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Salvatore Usala: “Con la malattia è cominciata una nuova vita. Nonostante i politici”

Walter Piludu non è impazzito, ha posto un problema reale, molto dibattuto, che trova fazioni oltranziste. La verità sta nel periodo molto difficile che Walter passa, io ho passato 5-6 mesi terrificanti, sino alla tracheostomia, dopo sono rinato. Ma non per tutti è la stessa storia, fortunatamente siamo tutti diversi.

Walter è un amico, comunichiamo regolarmente, ci sono vari modi per comunicare, non sempre verbalmente, basta farci l’abitudine. Penso ai sordomuti dalla nascita, se ne fanno una ragione, e sono spesso persone superiori alla media. Io comunico più adesso di prima, ma per me è una scelta ponderata di vita, sono gratificato dalle conquiste fatte, noi che lottiamo abbiamo un tale impegno che non pensiamo ai problemi  della vita di tutti i giorni.

Il 10 dicembre saremo in presidio davanti all’assessorato alla sanità, quasi sicuramente ci sarà anche Walter, sono certo che sarà un’esperienza positiva. L’eutanasia non è una scelta da disperazione, infatti se tutti i disperati andassero in Svizzera non rimarrebbe vivo nessuno. E’ una scelta, cinica ma razionale, non facile, ma legata ad una condizione reputata inaccettabile dalla mente umana.

Personalmente la mia vita è finita dieci anni fa, e iniziata una nuova vita, diversa, fatta per sostenere i più bisognosi d’aiuto, e questo mi basta. La politica ha un livello di incivile demenza e ambiguità, tutti sanno che nelle rianimazioni i terminali vengono “aiutati” a morire, con metodi legali e illegali. Anche nelle case avviene tutto, ma occhio non vede, cuore non duole.

E’ la tipica mentalità dei nostri politici: vanno in chiesa e dopo dall’amante. Il governo ha tolto 150 milioni dalle politiche familiari per darli a noi, una cosa vergognosa. In più i 400 milioni non sono strutturali, ma solo per il 2015. Sono una marea di parolai che utilizzano il potere per giocare a Risiko, come i bambini. Questo fa capire quello che ci troviamo a vivere.

Salvatore Usala

 

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