Murgia: dalla Matria al femminismo hard, passando per il fascistometro

Da principio fu la Matria, contro-altare della Patria. Poi venne il fascistometro, chiaro programma antisalviniano. E fin qui non condivido ma ci arrivo, capisco. Poi Michela Murgia, mia vecchia amica da tempi non sospetti, se ne esce con questa storia del parallelo tra maschio e figli dei boss mafiosi. E qui mi fermo. Stropiccio gli occhi, leggo e rileggo il post incriminato.
Non capisco se c’è un filo di noia, polemica allo stato puro o visione di un femminismo hard, dove i rapporti tra uomo e donna sono allo stadio zero. Intanto mi capita sott’occhio la nuova copertina di ioDonna del Corriere della Sera con Monica Bellucci: “Le donne italiane sono sempre toste”. Aggiunge l’attrice: “Spesso gli uomini erano in soggezione”. E mi pare già una risposta programmatica, da donna a donna. Mi viene in mente il film con Benigni, Berlinguer ti voglio bene, dove c’è una delirante discussione tra i compagni comunisti di Prato sul ruolo dell’ “omo e della donna”. Quaranta anni dopo siamo ancora lì come se poi non avessimo cominciato a parlare di crisi del maschio occidentale, sfessato, timido e impacciato. Come se il ruolo delle donne, il ruolo nel pubblico e nel privato, non sia diventato altra cosa, rispetto ai tempi passati.
Eppure Michela Murgia sembra divertirsi ad innalzare un muro di genere, con un razzismo all’incontrario, contro l’uomo colpevole di essere tale, colpevole a sua insaputa, predatore senza cervello.
È l’era del #meetoo, ogni maschio è un potenziale molestare, fino a prova contraria. Ogni sguardo, ogni (timido) approccio, sanzionato dal tribunale supremo delle Nuove donne. Eppure le sento io, certe donne: “Ah, quanto mi manca l’uomo tutto di un pezzo, come quelli di tanto tempo fa!”. Una volta mi capitò un brutto episodio. Sulla superstrada 131 mi imbattei in una macchina a bordo della quale un uomo malmenava una donna. Li seguii e avvisai la polizia. Odiavo con tutte le mie forze il coglione violento. Poi ognuno la vede come vuole. Nora Ephron disse del suo film Julie & Julia: non è solo la storia di una grande cuoca ma qualcosa che riguarda anche la soddisfazione che i mariti hanno per il successo delle mogli. Commedia sofisticata, è vero, ma non è bellissimo?

Bruno Murgia

 

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