Il ‘giallo’ degli incendi su navi Grimaldi: arresti e fermi. Ma cosa nascondono?

Un ufficiale arrestato per ordine della magistratura spagnola, altri marittimi indagati. Questi i primi clamorosi sviluppi dell’inchiesta delle autorità iberiche sui misteriosi due incendi che nella notte tra il 14 ed il 15 maggio hanno semidistrutto a poche miglia da Palma di Maiorca il cargo della Grimaldi “Grande Europa”, con a bordo 1687 automezzi tra vetture, furgoni, camion e ruspe (nella foto).

E adesso sorge spontanea la domanda su cosa ci sia dietro, dal momento che quello di un mese fa è addirittura il terzo rogo in otto mesi sprigionatosi a bordo di una nave dell’armatore napoletano. Prima di quello in acque spagnole, infatti, c’erano stati quelli dell’ottobre 2018 sulla “Cruise Ausonia”, lungo la rotta Palermo-Livorno e nel marzo scorso l’altro talmente devastante al largo di La Rochelle, da far poi colare a picco la “Grande America”, con tutto il suo prezioso carico di automobili Porsche e Bentley.

“Tre casi differenti ma ravvicinati nel tempo. Molto ravvicinati a detta di chi legge le statistiche degli incendi sulle navi”, sottolinea l’autorevole Corriere della Sera, che proprio oggi ha pubblicato un dettagliatissimo articolo su questi incendi misteriosi a bordo delle navi Grimaldi. E aggiunge: “Le autorità spagnole, in queste settimane, hanno interrogato più volte parte del personale della ‘Grande Europa’ : il nostromo, tre marinai, un elettricista. Alcuni avrebbero rivelato particolari che, sempre a detta degli inquirenti, potrebbero aprire scenari più ampi e ‘non confinati’ alla notte tra il 14 ed il 15 maggio scorso. Le indagini della Guardia Civil -rivela a questo punto il Corriere della Sera- avrebbero recuperato preziose informazioni dai dati sui cellulari del personale della nave: telefonate ma soprattutto messaggi che veicolavano ‘consigli’ nel caso di un arresto”.

Si delinea insomma uno scenario inquietante che sembrerebbe avvalorare l’ipotesi di un incendio doloso. Ma frutto di quale mente perversa? Con quale fine? E che negli uffici del Gruppo Grimaldi l’imbarazzo sia molto forte, lo annota lo stesso quotidiano milanese, scrivendo di aver “a lungo chiesto un commento” alla compagnia, che poi solo “in serata ha inviato una nota”. Zeppa di banalità e di auspici, con l’avvertimento di essere in ogni caso “parte lesa”.b L’ufficiale arrestato si chiama Cristian Porritiello, di 28 anni, mentre non sono stati resi noti i nomi degli altri indagati, forse altri due ufficiali. E sulla posizione di Porritiello, sempre il Corriere della Sera, si prende la responsabilità di un’altra inquietante rivelazione. “Fra i colleghi, si dice questo: relativamente giovane ma già a suo agio nella gestione delle navi, forse in questa brutta storia tirato in mezzo con la promessa di far carriera”. Cosa sta a significare questo passaggio? Che forse tra i colleghi dell’ufficiale serpeggia il sospetto che l’incendio sia stato effettivamente doloso e per di più scatenato su commissione di un superiore o addirittura di qualche dirigente della Grimaldi?

Di fronte a queste sequela di interrogativi, sarebbe interessante conoscere il parere del ” capo ufficio stampa di complemento” del Gruppo, l’ineffabile Mauro Pili, sempre attento alle vicende che possono riguardare Vincenzo Onorato e le compagnie Moby e Cin-Tirrenia, mai quelle dei suoi danti causa Manuel e Guido Grimaldi.
Perché se un traghetto della Onorato Armatori registra un ritardo per avaria, il post è automatico. Perché se c’è da stravolgere un comunicato e diffamare il concorrente dei suoi amati armatori, la dichiarazione di fuoco arriva in un lampo. Ma se si tratta di parlare dei misteriosi roghi sulle navi Grimaldi, non denunciati da “Sardinia Post” ma nientemeno che dal “Corriere della Sera”, allora il silenzio (è proprio il caso di dirlo) è d’oro.

E allora sarà il caso di ricordargli ciò che ha scritto lui stesso in una memoria depositata al Tribunale di Milano in una delle tante cause in cui è stato chiamato a rispondere delle sue affermazioni: “ho sempre svolto la mia attivita’ politica e istituzionale al servizio della mia terra e della mia comunità. L’ho fatto senza guardare in faccia a nessuno, potenti o ricchi che fossero, ben sapendo che nella vita occorre rispondere prima di tutto alla propria coscienza”.
Ma certo, come no.

G. P.

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