Dopo il sorpasso di Forza Italia sul Pd, il voto dell’11 giugno a Oristano e Selargius consegna un nuovo quadro politico anche sul fronte della galassia sovranista e indipendentista: il Partito dei Sardi ha più che doppiato il Psd’Az. Fuori dai giochi, invece, i RossoMori che in questa tornata elettorale non hanno presentato liste.
Il Partito dei Sardi, fondato nel 2013 dall’assessore dimissionario Paolo Maninchedda e dall’attuale segretario nazionale Franciscu Sedda, ha raccolto a Oristano 994 preferenze (il 6,63 per cento) rompendo col Pd e proponendo un proprio candidato – Vincenzo Pecoraro – in alleanza con l’Udc di Giorgio Oppi e due civiche. A Selargius il PdS ha invece corso insieme al centrosinistra (Francesco Lilliu candidato sindaco) portando a casa 725 voti (5,86 per cento).
Il Psd’Az, guidato dal consigliere regionale Christian Solinas, è uscito fortemente ridimensionato dalle urne di domenica scorsa, dopo l’exploit dell’anno scorso a Cagliari, dove i Quattro Mori sono diventati la terza forza della città col 7,02 per cento (5.007 preferenze, dietro le 13.735 del Pd e le 5.597 di Sel). Stavolta i sardisti si sono fermati a 235 voti a Oristano (1,48 per cento) e a 336 a Selargius (2,71 per cento), mantenendo però l’alleanza col centrosinistra inaugurata nel 2016 proprio nel capoluogo.
Resta il fatto che PdS e Psd’Az sono stati gli unici due partiti indipendentisti a mettersi in gioco in questa tornata elettorale. Non hanno fatto lo stesso i RossoMori di Gesuino Muledda che pure, per ammissione dello stesso presidente in un’intervista a Sardinia Post lo scorso febbraio, stanno lavorando alla costruzione di un fronte nazionalitario. Del quale hanno parte pure l’iRs di Gavino Sale, Sardigna Natzione di Bustianu Cumposti, Sardegna Libera di Claudia Zuncheddu e ProgRes guidato da Giancaluca Collu. E sono tutti partiti che, ugualmente, hanno deciso di restare fuori dalle Amministrative di Oristano e Selargius.
Al. Car.
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