Avanti tutta per il riconoscimento delle entrate dovute alla Regione, nonostante l’accordo sul patto di stabilità sottoscritto a luglio dal governatore Pigliaru con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Questa mattina, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato, in audizione in commissione Bilancio, che “la Giunta non ha ritirato e non ha, al momento, intenzione di ritirare i ricorsi promossi contro lo Stato in materia di entrate“. Scricchiola, quindi, l’intesa Pigliaru-Padoan che al punto 5 affermava l’impegno della Sardegna a ritirare entro il 16 settembre di quest’anno “tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinnanzi alle diverse giurisdizioni relativi alle impugnative di leggi o atti consequenziali in materia di finanza pubblica”.
La posizione della Giunta viene fuori dopo l’incontro di ieri a Roma aperto dal presidente Francesco Pigliaru e dallo stesso Paci col ministero dell’Economia per chiudere appunto la partita della Vertenza Entrare e definire le riserve. “Si è trattato di un primo incontro – si legge in una nota del governatore -. Le nostre richieste sono frutto di una logica responsabile condivisa dal Ministero, facendo salvi i principi generali di tutti. Siamo certi che le nuove regole non si possono applicare alla Sardegna. Abbiamo trovato ascolto e confidiamo di portare sulla nostra posizione, che è quella giusta, anche il Ministro“. Questa la posizione di Paci scritta nel comunicato diffuso dalla Regione: “Le riserve non sono previste dallo Statuto della Sardegna e che la Vertenza Entrate è stata riconosciuta da numerose sentenze della Corte Costituzionale. Questa è la strada giusta per dare alla Sardegna la possibilità di fare serie politiche di bilancio”.
Le dichiarazioni di Paci mettono al palo la battaglia del centrodestra che nei giorni scorsi aveva parlato di “svendita della Regione”, anche attraverso una conferenza stampa convocata dal gruppo di Forza Italia. Erano presenti, tra gli altri, il capogruppo Pietro Pittalis e l’ex governatore Ugo Cappellacci. In quell’occasioni erano state chieste le dimissioni dell’assessore alla Programmazione.