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Vertenza entrate, bocciato il ricorso della Regione

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso della Regione presentato nell’agosto 2012 sulla vertenza entrate, in particolare contro la nota del ministero dell’Economia e Finanze con la quale nel giugno fu trasferita, seppure in misura parziale, una quota delle somme effettivamente spettanti all’Isola. Questo pur bacchettando lo Stato per “l’inerzia” nel trasferimento delle risorse legate alla vertenza entrate. Per la Consulta, che ha accolto le argomentazioni dell’Avvocatura dello Stato, la Regione non ha centrato il giusto obiettivo perché non è possibile far valere quel diritto, sulla base del nuovo articolo 8 dello Statuto sardo, impugnando un atto non idoneo ad influire sulle competenze regionali. In sostanza “la Nota – dicono i giudici costituzionali – non contiene alcun elemento da cui si possa evincere la volontà dello Stato di negare alla Regione le entrate dovute”. Inoltre una quota di quanto dovuto alla Sardegna era stata già prevista in 1.383.000.000 euro nell’assestamento di bilancio 2012 al fine di “devolvere alla Regione il gettito delle entrate erariali ad essa spettanti in quota fissa e variabile”. La Regione, però, stima un ammontare di risorse complessivo pari a 1.459.545.588,80 euro. “Indubbiamente – rileva la Consulta – l’inerzia statale troppo a lungo ha fatto permanere uno stato di incertezza che determina conseguenze negative sulle finanze regionali, alle quali occorre tempestivamente porre rimedio, trasferendo, senza ulteriore indugio, le risorse determinate a norma dello Statuto. Pur prendendo atto, come afferma la ricorrente, che il ritardo accumulato sta determinando una emergenza finanziaria in Sardegna, non si può ritenere, tuttavia, che la Nota impugnata, con la quale si immette nella disponibilità della Regione una quota delle somme rivendicate, rappresenti un atto lesivo delle attribuzioni regionali”.

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