“Vengo anch’io”. “No tu no”

Centrodestra senza pace. Nonostante l’avvio della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni regionali (quanto prossime si capirà nel giro di qualche settimana) la maggioranza non perde occasione per mettere in risalto le divisioni che la lacerano. Anche quando l’oggetto del contendere non pare proprio essere di primaria importanza.

L’ultimo scontro si sta consumando proprio in queste ore sui rappresentanti che la Regione invierà a Roma per l’elezione del presidente della Repubblica. Il nuovo Capo dello Stato infatti sarà indicato non solo dai parlamentari, ma anche dai rappresentanti delle Regioni, votati dalle rispettive assemblee.

Secondo una prassi istituzionale ormai consolidata, sulla carta a Roma dovrebbero sbarcare il governatore, il presidente del consiglio regionale e il leader dell’opposizione. Tradotto: Ugo Cappellacci, Claudia Lombardo e Giampaolo Diana. La posizione della Lombardo però al momento è in bilico. Tanto che la maggioranza stessa potrebbe optare per un blitz dell’ultimo minuto e far convergere le preferenze sul capogruppo del Pdl, Pietro Pittalis.

Una mossa dettata dagli ultimi sommovimenti che hanno caratterizzato il centrodestra, con un pressoché continuo scontro tra il gruppo “Sardegna è già domani”, del quale fanno parte oltre a Claudia Lombrado anche l’ex capogruppo del Pdl Mario Diana e il collega di partito Nanni Campus, e la compagine “istituzionale” del Pdl, capeggiata proprio da Pietro Pittalis.

L’ultima nota stampa firmata da Mario Diana solo due giorni fa, ad esempio, potrebbe calzare a pennello a qualsiasi partito di minoranza, tanta è la ferocia con cui l’ex numero uno del Pdl si è scagliato contro il governatore. E d’altra parte la stessa Claudia Lombardo non ha certo fatto sconti al presidente e all’esecutivo. L’ultima querelle ha riguardato le cosiddette ‘norme intruse’ inserite dalla giunta nel disegno di legge sulla Finanziaria: la presidente del consiglio ha cassato buona parte degli articoli, ritenuti non compatibili, secondo le norme, con la ‘fisionomia’ della manovra economica. E questo ha attirato, una volta di più, l’ira di assessori ed ex compagni di viaggio del Pdl.

Dal canto suo il capogruppo del Popolo della libertà Pietro Pittalis tenta di gettare acqua sul fuoco ma ammette: “Certo, la situazione è anomala, le frizioni ci sono. Anche per questo, per tastare gli umori, ho convocato il gruppo per domattina. Io comunque voglio portare la pace e non alimentare conflitti che già ci sono – rimarca Pittalis -. Poi, ripeto, sarà il gruppo a decidere”. Ed è chiaro che “il gruppo” punterà proprio su Pittalis.

Saranno quindi gli ‘alleati’ – e in subordine l’opposizione – a fare la differenza. Anche, e soprattutto, quelli che negli ultimi tempi hanno mostrato sempre più insofferenza nei confronti del governo regionale, a partire dai Riformatori e dal Psd’Az. Che sceglieranno, in definitiva, se lo scontro al vertice andrà appannaggio dei frondisti o dello sfidante Pittalis.

P. S.

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