Ugo Cappellacci, presidente “pentito”: svolta federalista per la Sardegna

di Guido Paglia

“Fare della Sardegna il primo Stato federato della nuova Repubblica federale italiana”. È questa la proposta di Ugo Cappellacci, già presidente della Regione e attuale deputato di Forza Italia. Un’idea ambiziosa che arriva a conclusione di un viaggio retrospettivo della sua esperienza di governo dell’Isola e della sua più recente esperienza di parlamentare. Il tutto è contenuto, nero su bianco, in un volumetto di agile e veloce lettura (Autonomia e Libertà, Rizzoli, 19 euro) appena uscito nelle librerie. E che vale senz’altro la pena di leggere, malgrado Cappellacci si guardi bene dal fare qualsiasi tipo di autocritica sulle posizioni politiche del passato e di polemizzare con avversari politici vecchi e nuovi.

Preferisce volare alto, l’ex-presidente e presentare le sue innovative proposte in senso federale, colmando il vuoto attuale di un governo regionale che – almeno sulla carta – avrebbe dovuto proprio scegliere questa strada. Ma sappiamo bene com’è andata (e sta andando) a finire. Certo, anche quello di Cappellacci rischia di restare soltanto un “libro dei sogni”, con proposte ardite come quella di un “sovranismo istituzionale” (e perfino “alimentare”) che farà stracciare le vesti all’universo di centro-sinistra. Ma tant’è: l’accusa di “deriva meloniana” non sembra spaventarlo. Convinto com’è che le sue “dieci idee per la Sardegna e per l’Italia” siano mature per una discussione franca e serena (con tanto di Stati Generali della società civile) per la soluzione dei problemi irrisolti che l’Isola si porta appresso da decenni.

Né mancano, nel libro, aneddoti gustosi, come il suo incontro con l’ex-presidente Francesco Cossiga per uno sblocco di fondi o sui retroscena della sua candidatura a Villa Devoto. Ma la speranza con cui chiude la sua fatica, il ritorno in Sardegna dei troppi giovani di valore costretti ad andare a cercare fortuna all’estero, dà la cifra della passione per la propria terra che è stato il vero motore del libro. Anche se l’assunto “non tutti i politici sono uguali”, con le recenti massicce astensioni dal voto, è tutto da dimostrare.

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