Tuvixeddu, le reazioni gli ambientalisti: “Ora si pensi a un futuro senza cemento”

“Finalmente forse si metterà una parola fine a questa vicenda e mi auguro ora che questi 80 milioni che il privato dovrà restituire saranno spesi su Tuvixeddu“. Così all’ANSA Maria Antonietta Mongiu, docente e archeologa, già assessora alla Cultura all’epoca della Giunta guidata da Renato Soru e strenua difensora dei vincoli che vennero posti sull’area della necropoli punica di Tuvixeddu dopo il ritrovamento di migliaia di tombe non censite.

“La sentenza della Corte d’appello di Roma – sottolinea Mongiu – afferma che il blocco dei lavori era legittimo perché il Piano paesaggistico regionale, questo strumento straordinario, è sovraordinato a tutto poiché figlio del Codice Urbani che impone di attuare l’articolo 9 della Costituzione e la Convenzione europea per il paesaggio. In altre parole, questa decisione conferma che in quell’area non si può costruire nulla: non solo non si potevano fare i palazzi, ma nemmeno le strade e le fioriere”. L’ex assessora alla Cultura chiede ora che si investa su Tuvixeddu. “Serve un adeguamento del Puc di Cagliari al Piano paesaggistico regionale – chiarisce – e la copianificazione per quanto riguarda Tuvixeddu. E in questa direzione, mi auguro che gli 80 milioni che il privato dovrà ora restituire saranno investiti proprio sulla necropoli”.

“Esiste una via per raggiungere l’obiettivo della piena salvaguardia del Colle di Tuvixeddu e della realizzazione del grande parco archeologico-ambientale”, dice anche Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico: “Il piano urbanistico comunale di Cagliari dev’essere adeguato alle previsioni del piano paesaggistico regionale mediante lo strumento della co-pianificazione Ministero Beni e Attività Culturali – Regione – Comune, in seguito dovrà esser modificato di conseguenza l’accordo di programma immobiliare (finora mai rescisso né oggetto di recesso da parte di alcuna parte) e in tale sede saranno previsti indennizzi, eventuali permute, ecc. per chiudere definitivamente ogni contenzioso. Fino ad allora non vi potrà essere nessun intervento sull’area Tuvixeddu–Tuvumannu, ma anche – purtroppo – nessuna certezza sul versante della tutela e della corretta fruizione e valorizzazione di un bene culturale unico al mondo. Sarebbe ora di voltare definitivamente pagina – conclude Deliperi – e di risolvere una volta per tutte una situazione che a Tuvixeddu e a Cagliari fa solo del male”.

Per Vincenzo Tiana, di Legambiente, “finalmente dopo dieci anni viene riconosciuto che l’apposizione del vincolo paesaggistico e il conseguente blocco dei progetti edificatori partiva principio importante: la tutela prevale sui privati e sui singoli progetti. Il fatto che lo dicano i giudici è importante perché si evidenzia che la tutela paesaggistica è di rango costituzionale e quindi non può essere messa da parte per far avanzare progetti di trasformazione del territorio. Lo giudichiamo un passo importante – aggiunge Tiana – un tassello per rafforzare quello che è stato l’impianto del Piano paesaggistico regionale. Questo pronunciamento può essere interessante, in questo periodo, anche in tutte le discussioni che si fanno sulla nuova legge Urbanisticia. L’auspicio ora è che Regione, Comune e Sovrintendenza si muovano più spediti per Tuvixeddu e Tuvumannu, verso la realizzazione di un grande parco archeologico e paesaggistico”.

 

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