Soru: “Grillo protesta, noi realizziamo”

Renato Soru, candidato del Pd alle elezioni europee di domenica, ha parlato alla stazione marittima di Cagliari. Con lui, Francesco Pigliaru e Silvio Lai.

Tornare alla lira vuol dire svalutare il nostro lavoro e i nostri prodotti; tornare alla lira è peggio, non meglio”. Renato Soru lo dice quasi alla fine dei suoi trenta minuti di discorso alla stazione marittima di Cagliari, penultima tappa della campagna elettorale per le Europee che il candidato unico del Pd sardo chiude domani col doppio appuntamento di Sassari e della Sicilia. Ad accompagnare Soru, il segretario regionale del partito, Silvio Lai, e il governatore Francesco Pigliaru. Quattrocento le persone in platea e l’apertura della convention affidata allo scrittore Flavio Soriga che ha esordito così: “Tutti i sardi devono qualcosa a Renato, facciamo votare per lui, quella di domenica è una grande occasione”.

Soru ha parlato della lira nell’unico passaggio fatto su Beppe Grillo e sul Movimento Cinque Stelle, marcando la differenza “tra noi e loro”, ha detto. “Noi che ci fermiamo a realizzare, loro che si fermano a protestare. Ma quando si chiede a Grillo che governo vorrebbe in Italia, come è successo l’altro giorno a ‘Porta a porta’, lui ha risposto ‘vediamo, prima cacciamoli tutti’. Noi, al contrario, vogliamo sapere prima di votare cosa si vuol fare, a noi non piacciono i sindaci come quello grillino di Pomezia che trasforma le mense scolastiche in un menù alla carta, negando il dolce ai bambini poveri. Noi vogliamo sapere prima se un bambino che attraversa il canale di Sicilia verrà respinto o accolto”.

Il resto del discorso Soru lo ha incentrato sull’Europa che “noi difendiamo perché le risorse e le occasioni di sviluppo sono tutte lì: dai fondi contro la disoccupazione alle borse di studio, dai finanziamenti per le infrastrutture a quelli per le imprese, l’agricoltura e la pesca. La vera sfida non è uscire dall’euro, ma incanalare la programmazione regionale e nazionale all’interno delle politiche comunitarie. Il 1° luglio comincia il semestre europeo dell’Italia: se il Pd avrà il maggior numero di rappresentanti nel gruppo del Partito socialista europeo, a cui apparteniamo, possiamo davvero cambiare questo nuovo Stato fondato nel ’56 per unire nazioni in guerra sino a pochi anni prima. Una guerra che aveva cancellato popoli e distrutto territori, per questo la decisione di dare forma a un progetto di pace e solidarietà. Ma ce lo dimentichiamo”.

Il candidato del Pd al Parlamento di Strasburgo ha quindi invitato la platea a “convincere gli indecisi, quelli che sentono l’Europa come qualcosa di distante. Invece la nuova comunità che si sta costruendo dà a tutti noi l’occasione di migliorarci. Per reggere la competizione dei mercati mondiali, l’Europa unita deve cavalcare la rivoluzione digitale, tutelare l’ambiente per restituirlo alle generazioni future, preparare le intelligenze, affiancare i nuovi saperi ai vecchi. Gli equilibri del pianeta sono mutati e a tutti è richiesto un cambiamento. Dobbiamo guardare al futuro ricordandoci delle lezioni del passato. Abbiamo anche il dovere di aprirci alla sponda sud del Mediterraneo, non possiamo non tendere la mano a un continente povero. Non è accettabile l’indifferenza davanti a chi sceglie il mare per raggiungere la nostra terra e nel mare muore. Anche questa è una guerra che va fermata”.

Appena prima di Soru, è stato Pigliaru a lanciare l’appello al voto. Il presidente ha parlato anche “dell’Europa che non ci piace, quella del Patto di stabilità che porterebbe a una riduzione di due punti percentuali del Pil sardo, se venisse applicato alla lettera. A noi non piacciono nemmeno i vincoli agli investimenti essenziali: la Giunta regionale sta sbloccando l’Igea che ha in pancia 100 milioni di euro per le bonifiche, noi quei soldi vogliamo poterli spendere. Ecco: serve l’impegno di tutti per cambiare questi aspetti e cogliere per un altro verso l’enorme catalogo di opportunità che l’Europa ci offre. Mi riferisco a progetti come la ‘Garanzia giovani’: abbiamo messo a correre 54 milioni di euro per dare ai nostri ragazzi la possibilità di entrare nel mercato del lavoro con uno straccio di speranza. Senza l’Europa non si può uscire dalla crisi”.

Pigliaru non ha risparmiato una stoccata al centrodestra di Ugo Cappellacci: “Stiamo governando da due mesi, finora abbiamo passato il 70 per cento del nostro tempo a rimediare ai disastri lasciati dalla precedente Giunta”.

Lai ha fatto i ringraziamenti a Soru, “a nome di tutto il Pd sardo. Per queste Europee – ha sottolineato il segretario – abbiamo scelto il migliore candidato possibile, la persone giusta per superare i confini della Sardegna e riuscire nell’impresa di fare dialogare due isole. Due terre che per centinaia di anni non hanno parlato, ma sono invincibili se restano unite. Grazie a te, Renato, per aver accettato di condividere insieme a noi la scommessa europea”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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