Solinas perde di nuovo: il Tribunale lascia al loro posto i Dg cacciati dal presidente

Alessandra Carta

di Alessandra Carta

Cinzia Lilliu e Alessandro Naitana – Dg in Regione, alla Centrale di committenza l’una e all’Industria l’altro – non dovevano essere rimossi dai rispettivi incarichi, come invece a luglio 2021 decise la Giunta di Christian Solinas attraverso i decreti materialmente firmati dall’assessora al Personale, la leghista Valeria Satta, perché così prevede la legge.

Con due diverse ordinanze, il Tribunale del lavoro di Cagliari ha respinto oggi il doppio ricorso della Regione presentato lo scorso maggio servendosi anche di un avvocato esterno, Enzo Pinna che ha affiancata l’Ufficio legale. Con questo assetto rinforzato, Solinas credeva di vincere la guerra a colpi di carte bollate contro i Dg, invece due volte su due il governatore ha perso. E si tratta della seconda sconfitta, visto che La Lilliu e Naitana, spediti a settembre 2021 al cimitero degli elefanti, negli uffici senza quasi pc di via Mameli a Cagliari, sono stati reintegrati e rimessi al loro posto a febbraio 2022.

A inizio anno era stata la giudice Maria Luisa Scarpa ad accogliere la domanda cautelare della Lilliu, ciò che alla Dg valse il ritorno dalla Centrale di committenza, snodo di appalti milionari; per Naitana aveva preso la stessa decisione la giudice Daniela Coinu e l’ingegnere di Macomer potè ugualmente riprendere il lavoro negli uffici dell’Industria. Oggi sui reclami della Giunta Solinas si è espresso una terna giudicante con Elisabetta Tuveri presidente e relatore, coadiuvata da Giorgio Murru e Riccardo Ponticelli.

Su Naitana, difeso dagli avvocati Giovanni Luigi Machiavelli, Francesco Cocco Ortu e Mauro Tronci, il Tribunale del lavoro ha rigettato il reclamo della Regione perché a monte c’è un atto illegittimo: l’assessora Satta firmò il decreto di rimozione dall’incarico il 28 luglio del 2021, quindi cinque giorni dopo la scadenza dei trenta giorni dall’entrata in vigore della legge 10 sui maxi staff, prevista per il giorno 23. Ma anche ammettendo che la Giunta fosse espressa contro la permanenza di Naitana all’Industria entro i termini, il provvedimento dell’Esecutivo è da intendersi come “endoprocedimentale”, ha scritto il collegio presieduto dalla Tuveri. Ovvero l’indirizzo della squadra di governo non chiude la procedura che può dirsi completata solo quando l’assessora al Personale firma il decreto. E questo è avvenuto fuori tempo massimo.

Identica la situazione della Lilliu, difesa dall’avvocato Roberto Murgia e ugualmente silurata il 28 luglio quando invece la Satta avrebbe dovuto rimuoverla dall’incarico entro il giorno 23. E per le stesse ragioni il reclamo della Regione è stato rigettato pure in questo caso.

La Lilliu, a differenza di Naitana, dopo il periodo alla Caienna di via Mameli venne nominata Dg all’Eni Cbc, l’ufficio che gestisce il programma sui paesi transfrontalieri del Mediterraneo. Significa che pure sotto il profilo operativo mantenne la funzione di Dg, mentre l’ingegnere fu demansionato perché tornò a fare il direttore di servizio. Tanto che nel caso di Naitana la Regione è stata condannata a pagare le spese. Sulla Liliu, invece, non è stata disposta la cosiddetta compensazione.

L’altra differenza tra i due Dg è che i legali Machiavelli, Cocco Ortu e Tronci hanno chiesto per Naitana l’immediato riconoscimento del risarcimento del danno e il collegio giudicante ha assecondato la richiesta, seppure l’ammontare andrà successivamente quantificato. L’avvocato Murgia ha invece scelto una strategia diverse e sull’eventuale somma risarcitoria se ne parlerà nel ricorso di merito, ancora da esaminare.

Per Solinas la vicenda dei Dg silurati si chiude qui, con una doppia sconfitta, e un dato politico inequivocabile: la legge 10 sui maxi staff resta ancora al palo, seppure l’anno scorso, dopo quasi tre mesi di aula e molte liti nel centrodestra, il governatore chiese alla sua maggioranza di chiudere la partita perché poi sarebbe arrivato il rimpasto della Giunta. Passato un anno nemmeno il cambio degli assessori è cosa fatta.

Alessandra Carta

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