Sì dell’Aula alle nuove regole Abbanoa: 29 Comuni possono restare fuori

Ventinove Comuni sardi mai entrati nel sistema Abbanoa potranno continuare a starne fuori: è questo uno degli effetti della norma approvata oggi dal Consiglio regionale in un’aula semideserta per via delle polemiche politiche scoppiate in maggioranza in questi giorni e durante il dibattito: la nuova legge sull’Egas (Ente di governo dell’ambito Sardegna con funzioni di organizzazione sul servizio idrico integrato) ha ottenuto 30 voti favorevoli e quattro contrari.

Oltre a fissare il diritto a non entrare nella spa dell’acqua, la legge stabilisce che la permanenza della Regione nel capitale sociale del gestore idrico non potrà superare il 20 per cento (attualmente detiene oltre il 70 dell’azionariato dopo l’ultima ricapitalizzazione del 2014). Ancora: Abbanoa deve riconoscere un quantitativo minimo vitale di acqua ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico. La norma Egas corretta oggi era stata varata nel 2015.

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Questi i ventinove comuni che potranno continuare a gestire autonomamente il servizio idrico: Aggius, Anela, Arzana, Bessude, Bonarcado, Bottida, Bultei, Burcei, Burgos, Capoterra, Cheremule, Esporlatu, Fluminimaggiore, Gadoni, Lotzorai, Modolo, Nuxis, Olzai, Paulilatino, Perfugas, San Vero Milis, Sant’Anna Aresi, Santulussurgiu, Serramanna, Seui, Tertenia, Teulada, Villagrande Strisali e Villasimius.

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Quel 50 per cento e più di quote che la Regione è adesso costretta a cedere passerà ai Comuni entri il 2019. L’articolo sei del testo prevede che facciano parte del Cia (Comitato istituzionale d’Ambito del nuovo ente) il presidente della Regione o un suo delegato e dieci sindaci designati dal Cal, tra i quali eleggere il presidente. Con quote di rappresentanza paritarie sono anche eletti i componenti della commissione preposta al controllo analogo. Quanto alla previsione del quantitativo minimo vitale di acqua, il principio è stato introdotto da un emendamento di Eugenio Lai (Art.1-Mdp). “L’acqua è di tutti e per tutti – ha spiegato il proponente – e questo diritto è un’estensione del diritto alla vita, così come affermato nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo”. La legge non è stata votata dall’esponente della maggioranza, Antonio Gaia (Upc). “Il provvedimento – ha spiegato prima di abbandonare l’Aula – non rispetta i dettami della delibera Anac riguardo al controllo analogo dell’Egas nei confronti del soggetto gestore”.

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