Il “costo della democrazia”: 12mila euro più Iva

E’ il costo di una “media” campagna elettorale per ciascun aspirante consigliere. Ma si può spendere molto di più. Anche senza usare certi metodi antichi, come pagare le bollette di luce e gas.

Altri tempi, quelli de “Gli Onorevoli” di Totò col celeberrimo monarchico La Trippa che dal balcone di casa gridava votantonio votantonio. Adesso – ma non da oggi – ci vogliono soldi per far sapere che si è candidati. Molti soldi, se si vuole davvero sperare di entrare in Consiglio regionale. L’imbuto-megafono usato dal Trippa non basta di certo. Per una campagna elettorale – che spazia dai santini ai camion vela passando per tv, giornali su carta e quotidiani online – bisogna essere pronti a spendere minimo 12mila euro (più Iva).

Questo per tenersi bassi. E senza contare gli aperitivi e le cene. Ed escludendo certi “giochetti sporchi” di cui si favoleggia. Da sempre. Come voti ottenuti in cambio del pagamento delle bollette della luce e del gas. Ragionevolmente, la cifra raddoppia nei casi degli onorevoli uscenti che devono coccolare orde di elettori ben individuati. Fatto sta che il 16 febbraio sarà sfida tra oltre 1.500 candidati. Ce la faranno solo in sessanta, compreso il governatore.

“LE IMMAGINETTE”. È il basic della campagna elettorale: i santini. Ormai su carta patinata lucida. Misura: 6×3 (in centimetri). Le offertissime viaggiano anche su Internet, coi franchising del settore. Prezzi stracciati, se si accetta di prendere tutto a scatola chiusa. Quindi: 5mila santini si acquistano a 30 euro. E via salendo: 20mila a 120 euro; 50mila a 300. L’alternativa è fare all’antica, rivolgendosi alle tipografie della città, dove la prova pre-stampa è compresa nel prezzo. Il costo, ovviamente, lievita: per 5mila santini si possono sborsare anche 150 euro; per 50mila intorno ai 400 euro.

DRITTE DI SUCCESSO. In questi casi, il grafico di turno consiglia tutta una serie di piccoli trucchi. A Sardinia Post li rivela Antonello Lai, nella doppia veste di professionista e candidato (corre nel collegio di Cagliari con la lista ProgReS di Sardegna Possibile). “Piuttosto che il solito sfondo neutro, si può creare assonanza visiva tra immagine scelta e lavoro svolto”. La resistenza al cambiamento è dura da combattere, “ma diversi aspiranti consiglieri stanno evitando la solita foto a tre quarti”. Il consigllio è che la posa sia “il più naturale possibile”. E a domanda precisa, il grafico rivela un secondo particolare. “Se usiamo il photoshop per ritoccare le immagini? Moltissimo. E quasi tutti i candidati fanno mettere nei santini foto non recentissime”.

SU INTERNET. Quindi: siamo già a 400 euro. E deve ancora cominciare la fase due, ovvero la pubblicità elettorale media, dove i prezzi più vantaggiosi si rintracciano nel web. Per un banner si può partire da 100 euro al giorno e arrivare fino 300. “Di certo – dice un agente pubblicitario che preferisce mantenere l’anonimato – gli editori attendono le elezioni per fare cassa. I prezzi del listino elettorale sono in media tre-quattro volte più alti rispetto alla normale pubblicità”. Ma l’Iva anziché essere al 21 per cento, è al 4.

IN TELEVISIONE. Alla regola del “prezzo maggiorato” non fa eccezione la tv. Fino all’anno scorso, almeno, per ogni secondo di pubblicità elettorale si pagavano 4,5 euro. Lo spot dei candidati dura in media una decina di secondi. Il che significa 45 euro, e vanno moltiplicati per il numero di volte che il promo va in onda. Si aggiunga, pure in questo caso, il 4 per cento di Iva.

I GIORNALI. I prezzi più alti in assoluto sono quelli della carta stampata. Il cosiddetto piè di pagina si paga 1.680 euro (Iva esclusa). La mezza pagina 3.350; la pagina intera 7.800 euro. Questo secondo il listino del 2013. Ma non è dato sapere se quest’anno siano scattati gli aumenti.

IN GIRO PER LE CITTÀ. Ecco infine la moda dei “camion vela”, parcheggiati negli angoli più frequentati dei centri urbani. Per il solo noleggio (senza considerare la gigantografia in bella mostra), il costo medio è di 1.400 a settimana, a cui va aggiunta l’Iva, stavolta al 21 per cento. Ma pure per la pubblicità sui “camion vela” fioccano le promozioni. La Mediaservice di Cagliari, attraverso il proprio sito Internet, propone 180 al giorno per 10 giorni. Cioè 1.800 euro. Oppure 160 euro al giorno per 20 giorni, e fanno 3.200 (sempre senza Iva).

IL CONTO FINALE. Per tirare le somme, i 12mila euro si raggiungono mettendo insieme la stampa di 50mila santini, più dieci giorni di pubblicità su due diversi siti Internet, tre “”pie’di pagina” sui giornali, 20 spot in tv e il noleggio di un “camion vela” per una settimana. Questa cifra riguarda appunto un candidato mediamente ambizioso, e mediamente benestante. Cioè uno che crede nell’elezione, ma non può permettersi gli eccessi. Ovvio che il costo della campagna elettorale cresce in maniera esponenziale, quanto più si ha la disponibilità economica per essere presenti sui media.

VECCHI E SPORCHI GIOCHI. Non censibili, e soprattutto non calcolabili, sono invece le spese per le compravendite di voti. Storie che tornano, elezione dopo elezione, e valgono sistemi di potere certamente più costosi di uno spot, ma anche più sicuri. In un centro del Nord Sardegna si racconta che un ex consigliere regionale, medico di base, a ridosso del voto avesse l’abitudine di chiedere alla pazienti più anziane un biglietto da 50mila lire. Il dottore lo tagliava in due, tenendosi la parte con la filigrana. E solo dopo aver controllato le preferenze ottenute seggio per seggio, restituiva il pezzo mancante, se accertava di essere stato votato.

Alessandra Carta

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