La sceneggiata (sarda) del governatore

Francesco Sanna, parlamentare del Pd, ricostruisce passo passo la manovra del governatore per avere visibilità denunciando la “cancellazione” di una norma non ancora approvata

«Il presidente Cappellacci ha sollevato solo un polverone inutile e il ministro Alfano si è dovuto trasformare in stampella del piagnisteo. Sono incombenze che capita di dover assolvere per esigenze elettorali, quando si milita nello stesso partito». Francesco Sanna, deputato Pd, bolla così la guerra sulla fiscalità di vantaggio aperta ieri dal governatore al grido di «Sardegna beffata».

Tutto è cominciato il 15 ottobre, quando Cappellacci cantò vittoria: «Il Governo ha inserito nella Legge di Stabilità la modifica all’articolo 10 dello Statuto». Obiettivo: riconoscere il taglio dell’Irap alle imprese che fanno business in Sardegna, una decurtazione del 70 per cento proposta in Consiglio regionale dal Pd, votata all’unanimità dalla stessa Assemblea ma poi impugnata dal Governo.

Da qui la trattativa aperta tra Cagliari e Roma per confermare invece quella misura fiscale. Ieri, però, Cappellacci è andato alla carica contro l’Esecutivo: «Il Consiglio dei ministro ha tolto la modifica dell’articolo 10 dalla Legge di stabilità (è la ex Finanziaria), sono pronto a dimettermi». Oggi il presidente è volato a Roma, ha incontrato Angelino Alfano, il quale, da vicepremier e ministro degli Interni qual è, ha assicurato: «Quella norma verrà ripristinata».

Ma Sanna non ci sta e smentisce su tutta la linea la versione di Cappellacci. Con una premessa: «Alfano – chiarisce – ha giustamente confermato la volontà del Governo di chiudere positivamente il negoziato con l’approvazione di un quadro di regole che consenta alla Regione di manovrare, senza oneri per lo Stato, le imposte statali. E ha reso disponibile il Governo alla presentazione di un emendamento che introduca la riforma nella Legge di Stabilità. Del resto, questa è la strada che avevo modestamente indicato per far uscire dall’empasse la questione».

Quindi l’affondo: «Ma non si tratta di ripristinare una disposizione precedente (come ha sostenuto Alfano). Perché ciò – spiega Sanna – vorrebbe dire rimettere una norma al proprio posto, dove prima sia stata cancellata. Invece nel disegno di legge di Stabilità votato dal Consiglio dei Ministri e autorizzato alla presentazione alle Camere dal Presidente della Repubblica, ovvero l’unico testo che conta, la modifica all’articolo 10 non è mai stata inserita. La norma è sicuramente entrata in qualche bozza, come spesso succede, ma non è stata valutata dal plenum del Cdm. Quello che invece esiste è un negoziato tra Governo e Regione per riconoscere alla Sardegna la possibilità di attuare forme di fiscalità di vantaggio. Se ne stanno occupando i ministri Graziano Delrio (Affari regionali) e Fabrizio Saccomanni (Economia)».

Sanna entra nei dettagli, e continua: «A essere precisi, il Governo non ha mai dato nemmeno i tempi sulla modifica dello Statuto. Nessun ministro ha mai detto questa andasse obbligatoriamente inserita nella Legge di stabilità. Certo occorre fare in fretta, ma lo stesso Delrio ha spiegato che la norma è rimasta fuori dal disegno di legge di stabilità perché l’iter non è stato completato». Peraltro: la Legge di Stabilità «è un disegno di legge – sottolinea Sanna -. Vuol dire che le disposizioni che contiene entrano in vigore solo dopo l’approvazione da parte del Parlamento, prevista per la fine dell’anno. E Camera e Senato possono emendare il testo alla fine della discussione nelle rispettive Commissioni».

Il deputato democratico chiude ribadendo che Cappellacci ha solo montato «un inutile e oneroso polverone, a cui Alfano ha dovuto prestarsi per coprire il piagnisteo inscenato dal presidente».

Alessandra Carta

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