Sanità, il miliardo di risorse non speso dalla Regione diventa un caso politico

Matteo Sau

(M. S.)
Il tema sanità ritorna al centro del dibattito politico, fungendo da scintilla per innescare un nuovo scambio di accuse tra i partiti di opposizione in Consiglio regionale e l’assessore regionale, Mario Nieddu. Alla base dello scontro ci sono le risorse, circa un miliardo di euro, che la Regione non ha mai speso o impegnato. Considerato che la spesa sanitaria in Sardegna, rappresenta praticamente la metà del valore della Finanziaria e la situazione di tutto il settore (mancanza di personale, strutture fatiscenti e assenza di servizi nei territori) il tema diventa quanto mai attuale.

I partiti di opposizione attaccano e l’assessore Nieddu, in quota Lega, si difende dalle accuse e rilancia, rispedendo al mittente tutte le accuse. In mezzo a questa contesa, c’è l’annuncio fatto dal presidente della Regione, Christian Solinas, per l’avvio di un programma di investimenti pari a oltre 270 milioni di euro (che arrivano dal Pnrr) per la realizzazione di un’ottantina di strutture sanitarie e un totale di più di duecento obiettivi da portare a termine entro il 2026.

Secondo la ricostruzione fatta da centrosinistra e Movimento 5 stelle, i soldi sarebbero fermi nelle casse regionali, dato emerso dopo un confronto che alcuni esponenti dei partiti hanno avuto con il ministro della Salute, Roberto Speranza. Quasi un miliardo di euro la cui fetta più grossa (467 milioni) sarebbe destinata all’edilizia sanitaria. Ferme anche le risorse per l’emergenza Covid e trenta milioni per l’abbattimento delle liste d’attesa.

Il consigliere regionale dei Progressisti, Massimo Zedda, con un post su Facebook, ha accusato il presidente della Regione e la Giunta, evidenziando la loro “inefficienza che dovranno pagare sempre le cittadine e i cittadini che fanno i conti con liste d’attesa lunghissime, strutture fatiscenti, carenza di medici e personale ospedaliero e rinvii inauditi per le cure oncologiche“. Zedda, inoltre, fa un riferimento anche all’annuncio del piano di investimento accusando Solinas di non avere un “vero progetto presentato e solo attraverso comunicati stampa annuncia la creazione di case e ospedali di comunità”.

L’assessore Nieddu risponde a stretto giro, accusando l’opposizione di cercare la ribalta e quindi di “alzare una cortina fumogena di numeri e cifre per gettare fango sull’operato della Giunta”. L’esponente del Carroccio precisa che “la maggior parte delle risorse tirate in ballo risalgono addirittura al 2006. Sono finanziamenti che non possono essere persi a differenza del Pnrr che aveva tempi ben definiti e sul quale abbiamo concentrato tutti i nostri sforzi, nonostante la pandemia: 270 milioni di euro, che avremo sicuramente perso senza la nostra programmazione”.

Infine, Nieddu difende il lavoro svolto dalla Giunta in questi anni: “Abbiamo approvato stanziamenti per centinaia di milioni di euro per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico dei nostri ospedali e dei presidi territoriali, ma soprattutto abbiamo affrontato due anni di pandemia, una piaga senza precedenti che abbiamo combattuto efficacemente e che ha avuto priorità assoluta, non solo per la Sardegna, ma per tutta l’Italia e l’intero pianeta”.

Accusa, difesa e contro accusa. In questo passaggio rimane, però, il fatto che è evidente, viste le numerose proteste che arrivano soprattutto dai territori più periferici, che la situazione del sistema sanitario isolano non è delle migliori. Molti ospedali (Nuoro, Lanusei, Sorgono) lamentano la smobilitazione di servizi primari e i grossi centri di riferimento come il Brotzu soffrono l’eccessivo carico di lavoro scarsamente controbilanciato da una struttura numericamente efficiente.

Matteo Sau

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