La rivolta dei consiglieri-pensionati: “Politica demonizzata”

Ecco i primi nomi degli onorevoli-pensionati. Che dicono: “Va bene la trasparenza degli atti amministrativi, e siamo d’accordo, altra cosa è l’accanimento”.

Va bene la trasparenza degli atti amministrativi, e siamo tutti d’accordo, ma altra cosa è l’accanimento”. Si ribellano gli ex consiglieri regionali, quelli che prendono il vitalizio. La protesta è bipartisan, “perché non stiamo rubando nulla, le demonizzazioni non hanno molto senso”.

Eccoli, dunque, gli ex onorevoli che hanno guadagnato il diritto alla rendita politica sul campo della massima assemblea sarda. I nomi, i primi nomi, ci sono, in aggiunta a quello di Claudia Lombardo, l’ex presidente del Consiglio che ieri, su Sardinia Post, ci ha messo la faccia raccontando pubblicamente il suo caso di pensionata a 41 anni. Oggi l’hanno seguita in diversi, e sono parte di quel gruppone da 317 che, tra vitalizi diretti e quelli assegnati attraverso la reversibilità, vengono pagati ogni mese dalla Regione.

Giacomo Sanna, tre legislature all’attivo, l’ultima finita lo scorso febbraio, dice: “Io prenderò il vitalizio da quest’anno, non so ancora la cifra, ma non ci vedo nulla di scandaloso. Se qualcuno, invece, pensa il contrario, benissimo, sono pronto a rinunciare. L’importante che mi vengano restituiti i soldi versati nel tempo”. La voce sulla busta paga era ‘Ritenuta per cassa di previdenza’, a cui si sommava la ‘Ritenuta fondo solidarietà’, cioè la liquidazione di fine mandato. Sanna, storico leader del Psd’Az, di cui è ancora presidente, sottolinea: “In passato, un capo d’azienda che fa politica dichiarava appena 45mila euro di imponibile all’anno, eppure nessuno si è mai scomposto. Nomi? Basta guardare le vecchie dichiarazioni dei redditi”.

Nicola Rassu (Fi), assessore uscente all’Urbanistica nonché consigliere nelle ultime tre legislature, osserva: “Io credo si stia facendo un gravissimo errore nel demonizzare i vitalizi. Sono un diritto acquisito, rispetto al quale si può discutere sulla cifra, per dire se sia alta o bassa. Ma il Consiglio regionale non è mai stato un parcheggio per nessuno. Io ho rinunciato alla mia carriera da dirigente bancario per servire i sardi. Bisogna imparare a distinguere tra chi lavora e ha lavorato, e chi no. Questo dovrebbe essere l’approccio”.

Ivana Dettori (Pd), classe 1956, l vitalizio lo prende da quando ha 50 anni, per via di due legislature fatte prima del 2004. “Percepisco 3.100 euro al mese – spiega -. Sono assolutamente favorevole alla trasparenza, quindi alla pubblicazione degli atti pubblici secondo le norme vigenti. Non trovo che sia una caccia alle streghe. Ma è accanimento la modalità con cui ci stanno portando avanti certe campagne mediatiche che nulla c’entrano col diritto dei cittadini di conoscere gli atti pubblici”.

Raffaele Farigu, di stretta osservanza socialista, anche lui ex consigliere per tre legislature (la prima nell’84, l’ultima nel 2004), chiarisce: “La criminalizzazione dei vitalizi non fa che aumentare la distanza tra cittadini e istituzioni, finendo per minare lo stesso sistema democratico. Le pensioni, e la mia si aggira sui 3mila euro al mese, non sono un furto. Per nessuno. Io penso di aver difeso gli interessi della mia gente ogni giorno del mio mandato. E l’ho fatto con tutta l’energia di cui sono stato capace. Ho sempre occupato uno scranno con spirito di lotta. Chi vuol sapere chi è Raffaele Farigu, guardi pure gli atti del Consiglio regionale. Sono stato un serio rappresentante del popolo sardo”.

Antonio Biancu (Pd), eletto nell’Aula di via Roma per due volte (nel ’99 e nel 2004), sottolinea: “Ritengo che non sia un problema per nessuno mettere online nomi e importi di chi percepisce la pensione da onorevole. E lo stesso dovrebbe essere fatto per tutti i dipendenti del Consiglio regionale, visto che si tratta di una pubblica amministrazione. La richiesta di trasparenza è più che legittima. E va spiegato che il vitalizio è frutto delle ritenute versate da ogni eletto durante il proprio mandato. Io prendo circa 3mila euro al mese”.

Tore Amadu è un azzurro da cinque legislature. Da quest’anno anche a lui spetta la pensione da consigliere regionale. “Sull’argomento non credo ci sia molto da discutere: ogni onorevole sta prendendo quanto stabilito dalla legge. Ecco: si punti l’indice contro chi non rispetta le norme, ma farlo indiscriminatamente non ha alcun senso. Davvero non capisco dove si voglia arrivare con questa campagna denigratoria verso un diritto acquisito. Io sono pronto a confrontarmi sul tema anche in dibattiti pubblici, i cittadini hanno bisogno di sapere. Altra cosa è fare legna utilizzando il nome di quanti hanno lavorato con onestà”.

Massimo Dadea (Pd) prende il vitalizio dal 2009, quando ha concluso il suo mandato di assessore (tecnico) della giunta Soru dopo due legislature, dall’84 al ’94. “La mia pensione è di circa 3mila euro lordi al mese. La percepisco da quando ho compiuto 60 anni, adesso ne ho 64. Certo che è un privilegio, visti i tempi, e bene ha fatto il Consiglio regionale a votare per la sua soppressione. Io per la politica ho rinunciato alla mia carriera da medico ospedaliero”.

Efisio Planetta, anche lui sardista, ha chiuso a febbraio la sua terza legislatura. “Di vitalizio prendo 4.700 euro netti al mese. Ma mi pare che sull’argomento si stia scavando un solco inutile. La demonizzazione della politica allontana ancora di più di cittadini dalle istituzioni, rinnovando un sentimento di sfiducia già ampiamente diffuso. La trasparenza degli atti pubblici è un diritto di ogni cittadino, ma le verifiche sull’operato del Consiglio devono riguardare i temi di interesse generale se contrari alla legge, non fatti nel rispetto delle norme”.

Tra gli onorevoli che hanno lasciato recentemente l’Aula di via Roma ci sono anche l’ex assessore alla Programmazione, Giorgio La Spisa, e il consigliere Pd Gianvalerio Sanna, il padre del Ppr (Piano paesaggistico regionale). I due, al pari di Eliseo Secci, titolare della Programmazione sempre nella giunta Soru, confermano anche loro di percepire il vitalizio.

Alessandra Carta

(@alessacart on Twitter)

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