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Riforma enti locali, è tregua armata sindaci-Giunta. I paletti dell’Anci

È tregua armata tra i sindaci, la Giunta e il Consiglio regionale sulla riforma degli enti locali. Come annunciato dal presidente Piersandro Scano, l’assemblea dell’Anci convocata ad Abbasanta per pronunciarsi sull’accordo di massima raggiunto in questi giorni, si è conclusa senza un voto. “Prima vogliamo leggere il testo, per prudenza”, ha ribadito Scano chiudendo i lavori. “Abbiamo fatto un buon lavoro e con la Giunta regionale l’intesa c’è, ma il passaggio decisivo è quello in Consiglio regionale”, ha detto il numero uno dell’Anci in Sardegna sottolineando che “la partita non è ancora chiusa, perchè l’Aula è sempre una roulette e non possiamo sapere che cosa farà”. “L’assemblea dei Comuni – ha spiegato ancora Scano – sarà riconvocata anche ‘ad horas’ appena ci saranno le condizioni per esprimere la nostra valutazione”.

A sancire l’intesa sostanziale tra sindaci e la Giunta è stato l’assessore agli Enti Locali Cristiano Erriu. Nel corso del suo intervento ha riconosciuto la necessità di un ripensamento dell’autonomia regionale che dia più peso e più competenze ai Comuni, compresi quelli più piccoli, affidando un ruolo chiave alle città medie. “Questa legge – ha chiarito l’assessore – è la base per ricostruire l’intero sistema Sardegna. Capisco le vostre difficoltà e le vostre paure, però dobbiamo dare una risposta efficace alle sfide dell’immediato futuro, prima troviamo la soluzione e meglio è”. Il dibattito ha confermato la sostanziale soddisfazione, pur con qualche perplessità, sull’introduzione delle città medie e degli ambiti territoriali strategici, ma non ha cancellato le divisioni sulla questione dell’unica città metropolitana, Cagliari, prevista nello schema della Giunta e sulla quale l’Anci aspetta di vedere cosa deciderà il Consiglio. Chiudendo i lavori e riprendendo l’appello del sindaco di Nuoro Andrea Soddu, il presidente Scano e quello del Consiglio delle autonomie locali, Giuseppe Casti, hanno ribadito la richiesta di rispetto da parte della Giunta e del Consiglio per le proprie associazioni e per la Conferenza Regione-Enti locali. Il banco di prova, hanno annunciato, sarà la legge di riforma del sistema sanitario.

Sono tre i paletti posti dai Comuni per raggiungere l’accordo con la Regione: nascita delle Unione dei Comuni o delle città medie e via libera agli ambiti strategici. Volutamente, invece, nessuna intesa sull’unica città metropolitana, quella di Cagliari: a decidere sarà il Consiglio. “Nella legge, con un emendamento, dovrebbe essere prevista una norma procedurale che definisce, entro il 30 giugno, la nascita dal basso degli ambiti strategici, attivando la procedura per inserirli in statuto, dopo la cancellazione delle Province – ha spiegato Scano prima della seduta del Consiglio con l’approdo in Aula della riforma – Sulle Unioni dei Comuni ci sarà una gradualità di applicazione delle norme nazionali per la gestione associata delle funzioni fondamentali che, per effetto di un maxi-emendamento alla legge di stabilità (se approvato, ndr), slitterà al 30 giugno”. Le tre funzioni da gestire in forma associata dovrebbero essere la protezione civile, il catasto, la programmazione allo sviluppo e queste si potrebbe aggiungere anche la raccolta dei rifiuti. In quelle Unioni dei Comuni con le città capofila al di sopra dei 25 mila abitanti come Sassari, Olbia, Carbonia, Iglesias, Nuoro e Oristano ci sarà l’opzione tra la costituzione di un’Unione o di una città media, cioè un’area urbana complessa che viene incontro alle istanze dei territori. “Sulla proposta di riforma sono stati fatti passi avanti, ma è necessario rispettare e valorizzare le specificità dei territori – dice il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Giuseppe Casti – La Sardegna ha bisogno di un cambiamento sul piano degli enti locali ma si deve costruire un percorso che sia armonico”. Nel frattempo l’Aula ha avviato l’iter della legge con le relazioni di maggioranza e minoranza affidate a Roberto Deriu (Pd) e Michele Cossa (Riformatori).

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