Riforma degli Enti locali, Pigliaru: “Il futuro sono le Unioni dei Comuni”

Il governatore parla anche delle scorie: “Per ospitare il deposito la Sardegna si dovrebbe candidare. E noi non lo faremo”.

“I Comuni abbandonino i campanili e comincino a pensarsi come bacini territoriali”. Francesco Pigliaru lancia l’invito da Quartu, dove il governatore ha partecipato questa mattina a una convention del candidato a sindaco Stefano Delunas (Pd).

Parla di “sfida”, Pigliaru. “Un impegno – dice il presidente – rivolgo a tutti i 377 Comuni sardi, adesso che nella commissione Riforme del Consiglio regionale si sta discutendo il dl dell’assessore Cristiano Erriu sul riordino degli enti locali”. Ovvero, la riforma che cancellerà definitivamente le Province per “lasciare spazio alle Unioni dei Comuni”.

È dunque attraverso l’aggregazione dei centri più piccoli che l’Esecutivo ha deciso di riorganizzare la Sardegna. E secondo il governatore si tratta di un passaggio chiave e obbligato per “affrontare temi come la lotta allo spopolamento”. Pigliaru lo dice senza mezzi termini: “Ci metto la faccia in questo riassetto, con la convinzione che solo condividendo vocazioni la nostra Isola può fare un salto in termini di sviluppo. A me – ha aggiunto il capo della Giunta- sembra pericolosa la resistenza a non considerasi territorio”.

Ha parlato per una ventina di minuti, il governatore, anche sulle scorie e sui macro interventi ai quali sta lavorando la squadra di governo regionale. Sulla possibilità che la Sardegna diventi il deposito nazionale dei rifiuti nucleari, il presidente ha detto: “Non c’è questo rischio. Da un punto di vista strettamente tecnico, cioè sulla base dei parametri scientifici, può essere che l’Isola venga considerata idonea. Ma per ospitare il deposito serve una candidatura volontaria e noi non lo faremo, perché siamo contro questa ipotesi, per le ragioni già note, e perché non lo vogliamo i sardi”.

Pigliaru ha poi allungato lo sguardo verso i “i 190 milioni stanziati dalla Giunta col progetto Isc@la“. L’obiettivo è doppio: “Contrastare la dispersione scolastica e migliorare la qualità dell’offerta formativa, per portarla a un livello di istruzione più competitivo”. Il governatore ha sottolineato: “Anziché lanciare un allarme infondato, come quello delle scorie e diventato un mestiere per alcuni politici, mi piacerebbe che si discutesse del dramma degli abbandoni e contro il quale abbiamo deciso di investire una grande quantità di denaro, necessaria per agganciare quella risalita a cui puntiamo”. (al. car.)

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