Ricorso al Tar contro nuovo Consiglio: in 11 rischiano la poltrona, ecco i nomi

Sono undici i nuovi consiglieri regionali che rischiano di restare in carica per pochissimo tempo, se il Tar dovesse accogliere il ricorso presentato ieri da tre candidati non eletti. La battaglia legale ruota intorno a quattro liste che hanno partecipato alle elezioni dello scorso 24 febbraio senza raccogliere le firme perché è stata utilizzata la cosiddetta adesione tecnica. Ovvero, la sottoscrizione della lista da parte di un onorevole uscente che ha funto da garante. I tre ricorrenti – Antonio Gaia, Pierfranco Zanchetta e Marzia Cillocu – contestano la modalità con la quale il patrocinio è stato messo in pratica: i consiglieri uscenti che hanno sottoscritto l’adesione tecnica si sono infatti candidati con altri partiti. E questo sarebbe illegittimo, stando all’opposizione presentata davanti al Tribunale amministrativo della Sardegna.

Le liste finite nel mirino sono quattro, di cui una di centrosinistra e tre di centrodestra. Precisamente: Sardegna in Comune (sottoscritta dal Pd Valerio Meloni); Lega (patrocinata dal sardista Paolo Luigi Dessì), Sardegna civica (adesione firmata dall’Fdi Gianni Lampis) ed Energie per l’Italia (sostenuta dall’azzurro Marco Tedde). Quest’ultima, tuttavia, non ha conquistato alcun seggio, mentre le altre tre sommano dieci neoconsiglieri regionali, proclamati eletti lo scorso 20 marzo insieme ad altri cinquanta onorevoli. L’undicesimo proclamato eletto finirebbe fuori gioco come conseguenza, in seguito al ricalcolo dei seggi da assegnare al posto di quelli conquistati dagli esclusi.

Ecco i nomi: con Sardegna in Comune rischia lo scranno Maria Laura Orrù. Nella fila della Lega hanno motivo per agitarsi in otto: Andrea Piras, Sara Canu, Michele Pais, Annalisa Mele, Pierluigi Saiu, Dario Giagoni, Michele Ennas e Ignazio Manca. Con Sardegna civica è diventato consigliere regionale Roberto Caredda e pure la sua poltrona non è tanto sicura. L’undicesimo nome è quello di Salvatore Corrias, ogliastrino del Pd, il quale perderebbe il seggio a favore del collega di partito Antonio Solinas, eletto a Oristano.

Un analogo ricorso contro l’adesione tecnica è già stato presentato al Tar lo scorso 18 febbraio. Ma i giudici amministrativi lo avevano respinto perché depositato fuori termine. Infatti è stato dichiarato inammissibile. Stavolta, invece, la tempistica è senza sbavature. In attesa di giudizio ci sono pure altri sei ricorsi che un privato cittadino, per le stesse ragioni, ha presentato nei tribunali ordinari di Cagliari, Sassari, Oristano, Nuoro, Tempio e Lanusei. L’opposizione, in questi casi, è anche contro Forza Italia, perché la lista delle Regionali 2019 ha cambiato nome rispetto a quella del 2014 e per non raccogliere le firme è stato ugualmente utilizzato il ‘patrocinio’. Tuttavia a questo giro di Tar i cinque eletti azzurri – Alessandra Zedda, Antonello Peru, Emanuele Cera, Giuseppe Talanas e Angelo Cocciu – non rischiano nulla: nel ricorso di Cillocu, Zanchetta e Gaia non ci sono accenni al partito berlusconiano .

Fare previsioni sull’esito del nuovo ricorso è impossibile, visto che più aspetti andranno tenuti in considerazione: da un lato la necessità di rispettare le norme pedissequamente, ma per un altro verso va anche tutelata la volontà popolare. Le quattro liste che rischiano l’esclusione sommano circa il 14 per cento dei voti. In aula i dieci onorevoli valgono un sesto dell’Assemblea: una loro eventuale sostituzione equivarrebbe a un vero e proprio terremoto politico.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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