La spada di Damocle sulle Regionali: prima udienza il 19, 5 liste a rischio

C’è una spada di Damocle sulle Regionali del 24 febbraio. È un pacchetto di cinque ricorsi presentati contro altrettante liste in corsa alle urne di domenica prossima. Quattro sono di centrodestra – Energia per l’Italia, Forza Italia, Lega e Sardegna Civica -, una (Sardegna in Comune) è invece alleata col polo civico-politico di centrosinistra. I ricorsi non sono nuovi: nei sei tribunali dell’Isola, ovvero Cagliari, Oristano, Lanusei, Nuoro, Tempio e Sassari, un elettore sardo – M. M. – li ha depositati a gennaio, dopo che il 21 si è chiusa la presentazione delle liste. Ma già martedì 19, a tempo di record, nel tribunale di Sassari è fissata la prima udienza, alle 10,30: potrebbe succedere che si arrivi a un provvedimento-lampo e nel caso in cui il ricorso venisse accolto, le liste in questione finirebbero ricusate in quello stesso collegio elettorale. Elezioni zoppe, si aprirebbe un caos elezioni.

Il casus belli ruota intorno alla cosiddetta adesione tecnica: vuol dire che un consigliere uscente, in quanto espressione dell’Assemblea da rinnovare, veste i panni del ‘garante’ permettendo, a un partito non ancora rappresentato nella stessa assise, di non raccogliere le firme per partecipare alle elezioni. Firme altrimenti obbligatorie per legge. Così ha fatto Paolo Luigi Dessì, esponente del Psd’Az, a sostegno della lista della Lega; così ha fatto Gianni Lampis, uscente dei Fratelli d’Italia, con Sardegna civica; così ha fatto l’azzurro Marco Tedde a favore di Energie per l’Italia Sardegna; così ha fatto Antonello Peru, anche lui azzurro, per la propria lista berlusconiana che però, a questo giro, ha cambiato nome e si chiama Forza Italia Sardegna- Berlusconi per la Sardegna; così ha fatto Valerio Meloni, uscente del Pd, con ‘Sardegna in Comune’.

Il primo rilievo che l’elettore firmatario del ricorso muove nei confronti dei cinque consiglieri regionali è il fatto che abbiano dato l’adesione tecnica per una determinata lista, salvo poi candidarsi in un’altra. Infatti Dessì, da sardista qual è, si ripresenta alle urne di febbraio coi Quattro Mori; Lampis con gli Fdi; Tedde e Peru con Forza Italia; Meloni con Pd.  Tanto che nel ricorso viene chiesta pure l’esclusione dei cinque uscenti dalla competizione del 24 febbraio. Sempre secondo quanto riportato nel ricorso, la modalità con la quale i cinque consiglieri hanno utilizzato l’adesione tecnica violerebbe la Legge Statutaria della Sardegna e le normative in materia elettorale.

L’opposizione davanti ai sei tribunali ordinari è stata scritta da Tania Andreoli, giurista nello studio dell’avvocato Baldasdarre Lauria&Associati ad Alcamo, in provincia di Trapani (Lauria è fondatore della ong ‘Giuseppe Gullotta’ che difende legalmente le vittime delle condanne ingiuste).

Nel ricorso si fa pure menzione a un possibile reato penale: nella fattispecie la turbativa elettorale perché, con l’adesione tecnica senza però aderire alla lista ‘patrocinata’, si genererebbe confusione nei cittadini.

L’udienza di martedì anticipa di cinque giorni l’apertura delle urne, fissata per le 6,30 di domenica 24 febbraio. Ed è la sola finora programmata. Il tribunale di Oristano l’ha invece fissata per il 27 marzo, ma il presidente Leopoldo Sciarrillo ha già disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica, proprio per valutare la portata della turbativa elettorale ipotizzata.

Serve poi un discorso a parte per la lista della Lega: oltre alla presunta applicazione irregolare della adesione tecnica, il cittadino ricorrente ha rilevato una seconda anomalia, a suo dire: riguarda Eugenio Zoffili che per conto del Carroccio ha depositato la lista su procura del segretario Matteo Salvini. A Zoffili è stato conferito l’incarico in qualità di commissario del partito, ma nello Statuto della Lega tale figura non è prevista.

Resta il fatto che martedì ci potrebbe essere una prima sorpresa sulla partecipazione delle liste alle Regionali di domenica. Ma anche nei mesi successivi al voto, quando tutti i tribunali si saranno espressi, non si possono escludere effetti a catena persino sulla proclamazione degli eletti. Al momento, tuttavia, i tribunali di Cagliari, Nuoro, Lanusei e Tempio non hanno fissato alcuna udienza. E magari si tratta di una scelta volutamente attendista, per capire cosa succede martedì nel palazzo di giustizia a Sassari.

Alessandra Carta
@alessacart on Twitter)

[Nella foto il tribunale di Sassari]

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