Rete ospedaliera, il Consiglio delle Autonomie locali boccia la riforma

Il riordino della rete ospedaliera non piace al Consiglio delle Autonomie locali, che oggi nella riunione di Oristano ha espresso un parere negativo, condizionato da molti se e ma. L’organismo, che ricorda le tante mobilitazioni dei sindaci, sollecita un “cambio di prospettiva, una visione meno contabile e scelte di visione politica per la costruzione di una rete ospedaliera diffusa, improntata all’efficienza e alla qualità, piuttosto che alla declassificazione o all’eliminazione dei servizi”. Il parere non vincolate potrebbe trasformarsi in positivo “qualora la commissione consiliare, in accoglimento della volontà espressa, trasmetta al Consiglio regionale la proposta di rete ospedaliera rimodulata con le istanze” presenti nel documento stilato e votato dall’assemblea.

Pur dando atto della “necessità d’intervento sulla programmazione della rete ospedaliera” e riconoscendo alla Giunta e alla Commissione consiliare regionale un approccio di grande attenzione, il Cal, riunito sotto la presidenza del sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, chiede alla Regione di “adeguare il riordino della rete ospedaliera alle peculiarità demografiche e territoriali di riferimento”.

In sostanza, il Cal propone che “vengano mantenuti i livelli qualitativi dei servizi erogati e che i presidi ospedalieri dei territori marginali conservino nella forma e nella sostanza le qualifiche di dipartimenti di emergenza e accettazione e capacità di autogoverno gestionale di distretto e di dipartimento, anche in deroga ai parametri oggettivi di marginalità territoriale, geografica, strutturale e persino sociale, quali fondamentali scelte di autonomia politica strategica”.

Il parere verrà ora trasmesso alla competente Commissione consiliare, già convocata per martedì 5 per il voto finale sul riordino. Poi il documento passerà all’esame dell’Aula del Consiglio.

“Mi dispiace che il Consiglio delle Autonomie locali abbia dato un parere negativo, perché questa riforma rappresenta una opportunità importante di cambiamento e di miglioramento per il sistema sanitario della Sardegna”. E’ il commento dell’assessore della Sanità, Luigi Arru che fa un’apertura al dialogo, “ma non basato su richieste che rischiano di fare arretrare ancora la Sanità in Sardegna”. Secondo l’esponente della Giunta, “la riorganizzazione che noi proponiamo tiene in considerazione le caratteristiche dei territori, la densità abitativa, la viabilità. Questi aspetti, così cari anche ai sindaci, sono stati valutati e siamo andati anche oltre quanto previsto dal DM 70, proprio per dare alle Comunità delle zone più disagiate dell’Isola garanzie di mantenimento di servizi altrimenti a rischio soppressione, secondo disposizioni nazionali. Peraltro – prosegue l’assessore – il documento, come uscito dalla Commissione Sanità del Consiglio regionale, ha rafforzato ulteriormente il ruolo degli ospedali di zone disagiate e delle Isole minori”.

Arru ricorda di aver voluto, dalla prima approvazione preliminare in Giunta, un confronto con i sindaci sulla riforma della rete ospedaliera, “cercando di ragionare in termini di sistema sanitario sardo, non più frammentato, disomogeneo e disorganizzato. Il documento che oggi il Cal ha presentato a Oristano pecca per mancanza di una visione d’insieme e rischia di perpetuare l’illusione dell’autosufficienza dei singoli territori”.

 

 

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