Regione, il Psd’Az ridimensiona la crisi. Ma con la Lega la convivenza è difficile

Parlare ufficialmente di crisi è troppo. Nel centrodestra nessuno ha voglia di scoperchiare immediatamente il vaso di Pandora e si preferisce derubricare eventuali scontri. Accade  con il mal di pancia dei Riformatori che diventa una “normale dialettica di maggioranza”, così come le trattative estenuanti per cercare nomi o soluzioni condivise, tanto da costringere il presidente della Regione, Christian Solinas, ad andare in pressing sui consiglieri regionali. Dietro questa facciata di confronto politico, però, i problemi ci sono, sarebbe strano se così non fosse in una maggioranza decisamente eterogenea che governa la Regione. Spesso tra i partiti diventa difficile la convivenza, soprattutto quando si tratta di tenere le redini della coalizione ed evitare che le crepe diventino spaccature in grado di far saltare il banco.

Il primo ad ammettere alcune difficoltà è il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, che da un lato prova a gettare acqua sul fuoco della crisi, ma dall’altro non risparmia frecciate ai colleghi della coalizione, richiamandoli a un cambio di atteggiamento. “Non posso negare che ci siano fibrillazioni – sottolinea il sardista -, per questo motivo serve lealtà e tutto si può risolvere”. A pensare che il messaggio sia rivolto direttamente al gruppo dei Riformatori si commette un errore, perché i destinatari sono soprattutto i vicini di banco della Lega, con cui spesso la convivenza diventa difficoltosa sino allo scontro vero e proprio, anche se Mula preferisce mantenersi sul generico: “Abbiamo visto delle operazioni che non sono state molto limpide – spiega il sardista -: se tutti quanti all’interno della maggioranza fossimo più leali e trasparenti l’uno con l’altro, avremmo evitato delle cose spiacevoli”. I rapporti tra i due partiti non sono idilliaci, più che altro perché resta sempre in bilico lo scettro di forza guida della coalizione.

L’ultimo episodio risale due giorni fa, prima della riunione del Consiglio regionale, quando il gruppo dei sardisti ha minacciato di non entrare in aula. Il motivo (non confermato ufficialmente dagli interessati) è un braccio di ferro sulla proposta di legge per smaltire le pratiche di Argea, (oggi in discussione in aula), sulla quale i consiglieri del Carroccio avrebbero voluto mettere la primogenitura, per poi lasciare ai colleghi dei Quattro Mori la patate bollente sulla ‘legge assunzioni‘. E infatti sulla norma che reintroduce, per i gruppi politici, la possibilità di fare contratti a tempo al personale esterno, non sono mancate le polemiche.

Insomma, la fuga in avanti dei salviniani non è stata particolarmente gradita. Eppure Mula preferisce non definirlo un rimprovero, ma un invito “prima di tutto a me stesso e al gruppo consiliare che rappresento”. Per evitare scivolate rischiose, l’esponente sardista tende la mano a tutti i consiglieri di maggioranza, perché se è vero che questi scontri sono “cose naturali e risolvibili”, c’è la necessità che i chiarimenti siano fatti a stretto giro: “Ci sono dei nodi che devono e possono essere sciolti – aggiunge Mula –, ma dobbiamo vederci di più”. Un primo passo è stato fatto soprattutto nella discussione della Finanziaria perché “con i capigruppo incontreremo l’assessore al Bilancio e poi estenderemo l’incontro a tutti e 36 i consiglieri”.

Un altro esponente del gruppo sardista, Fabio Usai, ammette che “ogni tanto c’è qualche problema, ma comunque si tratta di normale dibattito politico. Tra le forze di maggioranza ci possono essere incomprensioni, ma dobbiamo essere in grado di risolverle al più presto”. Sulla stessa linea anche Nanni Lancioni, soprattutto rispetto ai Riformatori con cui “abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione”. Ci sono però, alcuni passaggi che saranno un banco di prova importante per l’intero il centrodestra: uno di questi è la Finanziaria 2020, nella parte cosiddetta ‘manovrabile’, ossia le risorse libere dai vincoli di bilancio e sulle quali i consiglieri possono decidere in autonomia.

Matteo Sau

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