Regione, fino a marzo non ci può essere rimpasto in Giunta. Ecco perché

Fuori dal Palazzo il rimpasto in Giunta è il tema del giorno. Ma ecco tutti gli equilibri che tengono in piedi la squadra di governo in carica.

Mentre in Consiglio si discute la Finanziaria 2015, la prima del centrosinistra al governo della Regione, fuori dal palazzo si rincorrono le voci del rimpasto in Giunta. Circola – ogni volta con qualche variante – anche una lista potenziale di assessori pronti a essere silurati. Ma se anche questo succederà, va detta subito una cosa: galateo della politica vuole che nessun Esecutivo si tocchi quando è in discussione la legge più importante della Regione, quale appunto il Bilancio. E il documento economico arriverà in Aula soltanto il 18 febbraio per essere presumibilmente approvato la prima settimana di marzo. Ciò vuol dire che prima di quella data non succederà assolutamente nulla.

A fare da sfondo ai rumors c’è poi un secondo elemento, sostanziale quanto il galateo, e tutto interno al Pd: da quando a marzo 2014 è stato formata la Giunta, gli equilibri nel Partito democratico, forza leader della coalizione, non sono mutati. Oggi come allora il Pd è retto da una maggioranza formata dalla correnti del segretario Renato Soru  più quelle di Antonello Cabras e Paolo Fadda. E si tratta di tre componenti che hanno espresso in Giunta un assessore a testa, rispettivamente Gianmario Demuro (Personale e Riforme), Massimo Deiana (Trasporti) e Cristiano Erriu (Urbanistica ed Enti locali). Ciò vuol dire che l’eventuale benservito a uno dei tre (ma non sono nella lista), verrebbe deciso dai rispettivi leader di riferimento e non per veti incrociati. Ma comunque se anche si cambiasse la persona, ogni singola componente non perderebbe il diritto ad avere una casella nella squadra di governo. Diversamente il primo effetto sarebbe quello di far saltare la tenuta stessa del Pd. In ogni caso la discussione deve passare dal presidente Francesco Pigliaru, il quale, per le stesse ragioni, tratterebbe prima di tutto col capo corrente. Della maggioranza fanno parte anche i lettiani di Francesco Sanna e Marco Meloni, ma nell’Esecutivo non sono rappresentati.

In Giunta anche Pigliaru ha i “suoi”: l’assessore alla Programmazione, nonché suo braccio destro, Raffaele Paci, più i titolari della Sanità, Luigi Arru, e dell’Ambiente, Donatella Spano. E il ragionamento non cambia: l’eventuale sfiducia non deriverebbe da pressioni politiche esterne, ma, come sempre ha detto il governatore, l’unica valutazione deve avvenire sulla base dei risultati.

Ancora: sempre in quota Pd nell’Esecutivo c’è Virginia Mura, alla guida del Lavoro, scelta dalla componente capeggiata dal senatore Ignazio Angioni che dalle Regionali di febbraio 2014 a oggi non ha cambiato la propria posizione interna: la corrente del parlamentare è la minoranza del Pd, la quale avrà sempre un posto in Giunta.

Infine gli assessori degli alleati: Sel ha indicato Claudia Firino (Pubblica istruzione e Cultura); i RossoMori hanno ottenuto l’Agricoltura con Elisabetta Falchi; il Partito dei Sardi è in Giunta col suo leader Paolo Maninchedda (Lavori pubbolici); il Centro Democratico ha espresso Francesco Morandi al Turismo; il gruppo consiliare Sardegna vera (somma di Upc, Psi, Verdi-Idv e La Base) ha indicato Maria Grazia Piras all’Industria.

In questo quadro i margini di manovra sono abbastanza stretti per tutti. E infatti: Luca Pizzuto, il consigliere regionale che guida Sel in Sardegna, chiarisce: “In questo momento il mio partito impegnato a difendere il diritto alla felicità dei sardi e non ci risulta all’ordine del giorno nessun rimpasto di Giunta”. Non solo: quando venne indicata la Firino, Sel non era unita. L’attuale assessore è stata voluta dal senatore Luciano Uras, al quale Pizzuto è vicino, ma non dalla corrente del deputato Michele Piras. Mandare a casa la Firino sarebbe una sconfitta per Uras e Pizzuto.

Capelli, dal canto uso, non usa mezzi termini su chi dà Morandi fuori dalla Giunta e torna sull’argomento, come già aveva fatto un mese fa, bollando i rumors “come la meschinità umana, soprattutto quando la lotta politica viene portata avanti con qualunque mezzo ed a qualsiasi prezzo, magari con la menzogna e la calunnia”. Morandi è stato scelto da Capelli in persona.

Cosa succederà realmente non è possibile prevederlo. Ma ogni staffetta in Giunta richiede molti ragionamenti politici che valgono, prima di tutto, sconfitte personali per i big che hanno piazzato i singoli assessori. Maninchedda, quindi, dovrebbe sfiduciare se stesso, prima ancora che farsi mandare via da Pigliaru. Con la Falchi silurata a perdere sarebbe il leader dei RossoMori Gesuino Muledda. La Piras, infine, è stata decisa soprattutto dal capo dell’Upc sarda, Antonio Satta.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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