Regionali, Salvini insiste su Solinas ma apre agli alleati: “Decidiamo insieme”. Il nome dopo Capodanno

di Andrea Tramonte

Matteo Salvini ribadisce il suo sostegno alla ricandidatura di Christian Solinas. Ma stavolta è stato meno perentorio del solito: innanzitutto bisogna garantire l’unità della coalizione e – dice – non vuole imporre niente agli alleati. Questo significa che la posizione della Lega non è “o Solinas o morte”, anche se insiste sul suo mantra della “squadra che vince non si cambia” e sulla necessità – come regola generale – di dare continuità all’azione di governo, si tratti di un sindaco o un presidente di Regione. Il vicepremier dà anche un’altra notizia: la scelta dovrebbe arrivare dopo Capodanno, il che significa che sono caduti gli appelli a fare presto (le liste vanno presentate entro il 22 gennaio) e inoltre che la decisione non verrà “calata” da Roma ma sarà un tavolo sardo a discutere e prendere una decisione. Non a caso il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, sarà nell’Isola dal 30 dicembre per chiudere le liste del Carroccio e trattare con gli alleati sul nome del candidato.

La preferenza di Salvini è nota ed è stata esplicitata anche oggi nella sua visita a Cagliari, prima a Villa Devoto per un faccia faccia con Solinas e poi alla caserma di San Bartolomeo per un sopralluogo, dove ha incrociato anche il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. Ma chi si aspettava una fuga in avanti rispetto agli alleati si è dovuto ricredere. Insiste sulla ricandidatura del governatore ma – aprendo alla discussione e sostenendo il primato dell’unità della coalizione – sembra preparare anche il terreno politico per la convergenza su un altro nome. L’alternativa in campo, al momento, è solo quella di Truzzu. Fratelli d’Italia insisterà su di lui e rispetto a lui non propone alternative. Semmai il tema delicato – riferiscono fonti del partito – è quello di mettere nelle condizioni tutti gli alleati di partecipare alla scelta e salvare la faccia di Solinas nel caso non venisse ricandidato. Un gioco di equilibrismi che però servirebbe a tenere unita la maggioranza evitando l’umiliazione del governatore.

La sortita di Salvini è letta da altre forze della coalizione di centrodestra anche come una posizione di realpolitik: lavora comunque per la conferma del governatore ma con toni più concilianti e la necessità di tenere unita una coalizione che non sarebbe particolarmente entusiasta – per usare un eufemismo – della ricandidatura di Solinas. A opporsi ufficialmente a lui ci sono stati i centristi di Peru e Tunis e Fratelli d’Italia, che in una nota della coordinatrice regionale, Antonella Zedda, aveva sostenuto che non ci fossero le condizioni per un suo bis. E da qui il partito di Giorgia Meloni non si è mai spostato. Ma – seppure meno esplicitamente – anche Riformatori e Forza Italia sono per la discontinuità. A favore di Solinas gioca certo il fattore tempo: i simboli vanno depositati entro il 15 gennaio, quindi meno di due settimane dopo un eventuale accordo sul candidato presidente.

Ancora prevale la tattica ma siamo al rush finale. Cosa succederebbe se il Psd’Az mettesse il veto su Truzzu dopo la conferma del siluramento di Solinas? E se fosse Solinas a prevalere, la coalizione rimarrebbe unita o ci sarebbe chi guarderebbe alla coalizione di Renato Soru (posto che Alessandra Todde ha definito i confini del campo largo escludendo a priori liste che hanno sostenuto l’esperienza della Giunta Solinas)? Intanto oggi il Grande centro di Peru si è riunito a Cagliari. Aveva chiesto un tavolo per oggi e incassa con favore le parole di Salvini sulla decisione del candidato da prendere in Sardegna. E tiene ancora coperto il nome da proporre agli alleati. Ma ha da dire sulle tempistiche e ha diffuso una nota in cui chiede di convocare un tavolo entro sabato 30: “Non possiamo non evidenziare come il tempo sia ormai abbondantemente scaduto e non è pensabile arrivare ad una scelta sul candidato presidente dopo Capodanno”.

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