Regionali, nessun passo indietro di Soru: “Lascio il Pd, ora nuovo soggetto politico”

Renato Soru, patron di Tiscali ed ex governatore del Pd, lascia il Partito democratico. Lo ha annunciato questa sera al termine del suo intervento davanti a 600 persone a Cagliari per l’assemblea pubblica in cui ha lanciato la sua ‘Rivoluzione gentile’ in vista delle regionali 2024 in Sardegna. “Sono stato tra le 40 persone che hanno fondato il Pd, ho consegnato al partito un movimento che mi ha sostenuto, gli ho consegnato la passione, la competenza e la mia voglia di partecipazione politica – ha spiegato -. Questo diritto alla partecipazione ora me lo riprendo e lo metto a disposizione di un nuovo soggetto politico”.

“Io da tempo ho dato la mia disponibilità e offerto la mia candidatura, stasera non cambia nulla: la mia candidatura è in campo ormai da diversi mesi ed è in campo per chi la vorrà cogliere”, aveva detto ai giornalisti al suo arrivo al Teatro Doglio di Cagliari all’assemblea pubblica convocata insieme alle sigle che si sono sganciate dalla coalizione a traino Pd-M5S che ha incoronato Alessandra Todde come candidata alle Regionali in Sardegna. “Non penso la mia sia l’unica candidatura possibile – chiarisce Soru – ci sono altre persone, altri sindaci bravi e personalità autorevoli – ribadisce -. L’unica cosa che non può esistere sono le imposizioni e la negazione del confronto e di una scelta democratica”. A chi dice che in questo modo si spaccherà il fronte progressista consegnando la vittoria al centrodestra, Soru replica che “in questo momento storico dobbiamo difendere e rafforzare l’autonomia, figuratevi se possiamo cominciare un periodo di ripartenza subendo un attacco alla nostra autonomia così grave, così sciocco e così sbagliato, che ci fa pensare ai vecchi colonialismi del secolo passato”. “Non possiamo pensare al futuro della Sardegna con scelte calate dall’alto e imposte, che possono essere utili per il livello nazionale, ma il mio orizzonte politico oggi è qui per il bene della Sardegna”, ha concluso.

“Non posso dire che sia la migliore scelta o meno, ma di certo non lo può dire un tavolo romano”, ha detto ancora l’ex governatore. “Lo possono dire i sardi se è la migliore, si presenti, si confronti e si faccia scegliere e allora sarà la migliore, e a quel punto io sarò al suo fianco per aiutarla”, dice al suo arrivo. “Non ho ricevuto nessuna telefonata, sono mesi che non ci sentiamo – risponde a proposito delle parole di Todde che ieri ha assicurato contatti in corso -. Così come non ricevo chiamate da tempo da parte di dirigenti del partito democratico”. Soru, però, apre: “Ma noi rimaniamo aperti sino all’ultimo istante al confronto, fino all’ultimo minuto siamo pronti a discutere del progetto, del programma e delle modalità di scelta su chi dovrà guidare e garantire questo programma, modalità di scelta che devono essere trasparenti, democratiche e non imposte da nessuno”. Nessun passo indietro con una telefonata se la candidata le telefonasse? “Nemmeno con un telegramma”, ironizza.

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