Regionali, la Sardegna al voto. La scelta tra Truzzu, Todde, Soru e Chessa, l’incubo astensionismo

Domenica 25 febbraio la Sardegna al voto per eleggere il nuovo o la nuova presidente della Regione e 60 consiglieri regionali. Gli aspiranti governatori sono quattro: Lucia Chessa con Sardigna R-esiste, Renato Soru con la Coalizione sarda, Alessandra Todde con il Campo largo e Paolo Truzzu con il centrodestra. Solo il vincitore e il secondo entreranno in Consiglio. I seggi elettorali apriranno alle ore 6.30 e, dopo le operazioni preliminari, si potrà votare fino alle ore 22.00. Le elezioni sono a turno unico: è prevista la doppia preferenza di genere ed è consentito il voto disgiunto. Sono 1.447.761 i sardi chiamati alle urne.

I candidati consiglieri sono circa 1.400 per 60 seggi: 58 si contenderanno la poltrona nelle otto circoscrizioni sarde: Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano e Sassari. Cagliari avrà 20 consiglieri, Sassari 12. Nuoro, Oristano e la Gallura 6 per ciascuna, 4 gli eletti nel Sulcis, 3 nel Medio Campidano e 2 in Ogliastra. La legge elettorale prevede un premio di maggioranza: il 60% dei seggi nel caso il presidente eletto abbia ottenuto una percentuale di preferenze superiore al 40%, il 55% dei seggi nel caso abbia ottenuto una percentuale di preferenze compresa fra il 25% e il 40%, nessuno sotto il 25%. La legge prevede anche una soglia di sbarramento: il 10% per le coalizioni e il 5% per le liste sciolte. 

Le liste sono 26. Con Alessandra Todde ci sono M5s-A Innantis, Pd, Avs, Uniti con Alessandra Todde, Progressisti-La base, Demos, Sinistra Futura, Psi, Orizzonte Comune e Fortza Paris. Con Paolo Truzzu Fdi, Lega, Forza Italia, Psd’Az, Riformatori, Udc, Alleanza Sardegna-Pli, Sardegna al centro 20Venti, Dc di Rotondi. Con Renato Soru Progetto Sardegna, +Europa-Azione con Soru, Rifondazione comunista, Liberu e Vota Sardigna. Infine Sardigna R-esiste con Lucia Chessa.

Nel 2019 si è votato solo di domenica – come in questa occasione – e l’affluenza è stata del 53,7 per cento, contro il 67,5 della tornata elettorale precedente in cui si votava anche di lunedì. Un crollo importante e il rischio è che questa volta vadano a votare anche meno cittadini sardi.

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