Regionali, da Nuoro parte la campagna elettorale di Todde: “Saremo la voce dei più deboli”

Alessandra Todde ha iniziato ufficialmente la sua campagna elettorale per le Regionali. Lo ha fatto simbolicamente da Nuoro, la sua città natale, accompagnata da partiti e liste del ‘campo largo’ a trazione Pd-M5s che la sostengono nella corsa alla carica di governatrice. “Siamo in tanti, una coalizione grande”, dice invitando sul palco i partner. Insieme a lei c’erano tutti: segretario e presidente dei Dem sardi – Piero Comandini e Giuseppe Meloni -, il coordinatore regionale dei Cinquestelle Ettore Licheri con i parlamentari e consiglieri regionali del partito di Conte. E ancora Demos, Sinistra futura, Rossoverdi, La base, Orizzonte comune, A Innantis, La Base, Fortza Paris, Socialisti. Mancano gli altri, quelli che hanno deciso di sostenere la corsa di Renato Soru, al quale dice: “La porta è sempre aperta e credo che alla fine prevarrà la responsabilità”.

Nel corso della giornata all’Exmè ci sono stati una ventina di interventi, in presenza e in collegamento. Si parla di sanità, sviluppo economico, ambiente, energia. Todde dà particolare enfasi al tema dei più fragili. “È fondamentale dedicarsi a loro e questo ci fa capire perché siamo il centrosinistra, perché siamo progressisti. Dobbiamo occuparsi di chi è debole, di chi è ultimo, di chi sbaglia. Questo ci deve differenziare, questo caratterizza il nostro programma. Vogliamo essere la loro voce”. E chiusura dedicata al lavoro. “Dobbiamo pensare in modo non precario. Va bene la battaglia del salario minimo, che finalmente ci vede tutti insieme con un tema di dignità, ma le persone non devono essere sfruttate e devono poter progettare il loro futuro”. Il tema del lavoro si coniuga a quello dello sviluppo: “Bisogna avere prospettive, qualcuno che investe, mondi che portano opportunità. E in questa terra non è così comune”.

Grande enfasi al tema delle competenze. “Abbiamo tirato via con un tratto di penna gli enti intermedi di formazione – dice la candidata -. Dobbiamo fare in modo che le persone possano acquisire competenze, fare in modo che possano essere quello che vogliono essere. E investire sulle prossime generazioni, formarli”. Sulla questione dell’autodeterminazione Todde dice sì, ma a patto prima di creare le condizioni: “Vogliamo essere sardi autonomi che si vogliono autodeterminare. Ma non ci sono le condizioni per farlo. Serve un investimento sulla conoscenza, che è un bene primario, e capire chi siamo e chi vogliamo essere. Dobbiamo pensare al tipo di comunità che vogliamo essere e riconciliare le diverse isole che ci sono in Sardegna. Andare al di là delle divisioni”. Infine: “Non dobbiamo dimenticarci la questione morale. Non siamo uguali agli altri e dobbiamo rivendicarlo. Portiamo avanti una politica onesta, per le persone, che non è interessata agli affari di pochi”.

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