Regionali in Sardegna, Alessandra Todde eletta presidente. Voto dal significato (anche) nazionale: chi vince e chi perde

di Andrea Tramonte

Le Regionali in Sardegna si erano caricate di significati nazionali e il terremoto a Cagliari si è sentito fino a Roma. Il candidato voluto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha perso – seppur di misura – nonostante le divisioni del centrosinistra che si era presentato spaccato alle urne. Ha vinto Alessandra Todde, ex viceministra sostenuta da una alleanza guidata da Pd ed M5s. Il risultato è reso ancora più sorprendente dalle divisioni nel centrosinistra, con la candidatura indipendente di Renato Soru le cui percentuali – al di sotto delle attese – alla fine sono state ininfluenti rispetto al risultato finale. A caldo si possono fare alcune considerazioni.

Le previsioni della vigilia parlavano di una possibile vittoria di Paolo Truzzu, ma di misura. Tutto ribaltato a favore dell’esponente M5s, nuorese, che diventa così la prima donna presidente della Regione in Sardegna. Per Giorgia Meloni è la prima battuta d’arresto da quando è arrivata a Palazzo Chigi. La designazione di Paolo Truzzu come candidato del centrodestra è arrivata con un percorso nervoso e travagliato nella cornice di un conflitto palese tra Lega e Psd’Az, da una parte, e FdI, dall’altra. Il lavoro della Giunta Solinas non era apprezzato dagli elettori sardi e il centrodestra ha provato a cambiare il frontman – anche in base a logiche nazionali, con il partito di Meloni che avvertiva la necessità di riequilibrare le presidenze di Regione per l’ormai consolidata supremazia nella coalizione – senza però poter prendere le distanze esplicitamente da cinque anni di legislatura: non solo per non umiliare ulteriormente il Psd’Az ma anche perché il centrodestra ha governato insieme, e condiviso le scelte di e con Solinas, senza particolari distinguo. Questa ambiguità non ha pagato.

A questo va aggiunto che il gradimento di Truzzu a Cagliari non era elevato, come si è visto anche dal netto risultato di Todde in città. Tutte circostanze note alla coalizione, peraltro, che probabilmente ha pensato di poter vincere lo stesso grazie alle divisioni degli avversari: il sindaco del Capoluogo ha fatto la sua onesta campagna elettorale, si è giocato le sue chance, gravato però da pesi che alla fine si sono fatti sentire eccome. E in una situazione in cui il centrodestra sconta divisioni – neanche tanto latenti – a livello nazionale. La presenza di tutti i leader a Cagliari per la chiusura della campagna elettorale di Truzzu era sembrata più un segno di debolezza che di forza, a ostentare, rimarcare, una unità della coalizione che alla prova dei fatti non regge come dovrebbe. I sospetti sul voto disgiunto – Truzzu ha preso il 4 per cento in meno del voto alle liste con una distanza minima da Todde – sono indicativi di un clima che non è buono. Salvini non si straccerà le vesti per la sconfitta di un esponente del partito della premier, ma non può certo gioire. Se è vero che il suo progetto di Lega nazionale e di sfondamento al Centro-sud era iniziato dalla Sardegna, le percentuali a cui il partito è inchiodato, sotto il quattro per cento contro il 14,6 delle scorse Regionali, certificano il fallimento di quel percorso. 

Ma la sconfitta di Truzzu interroga la leadership di Meloni, muscolare con gli alleati e in particolare rispetto a quello più irrequieto, Salvini. La volontà di riequilibrare la presenza di FdI nelle Regioni è certamente legittima sulla base dei numeri del partito, ma l’esperienza insegna che comandare senza provare a farsi, delle volte, concavi e convessi (vedi alla voce Berlusconi), rischia di essere pagato al primo inciampo. Salvini potrebbe trovare più slancio nel provare a difendere fortini come quello veneto, su cui FdI ha puntato i suoi occhi. La conflittualità nel centrodestra, specie in vista delle Europee, è destinata ad aumentare anche alla luce dell’idea di fuoco amico verso Truzzu che gira nella coalizione. E la percezione, agli occhi dell’opinione pubblica, potrà essere che il centrodestra non sia più quell’armata imbattibile e inscalfibile destinata a governare almeno dieci anni, con un centrosinistra chiuso in un piccolo recinto di marginalità. In Sardegna il prossimo banco di prova è Cagliari: i risultati deludenti del centrodestra in città non fanno ben sperare per il futuro e la Lega già da settimane sostiene di dover esprimere una sua candidatura come compensazione per il passo indietro su Solinas. Ma sono diversi i partiti della coalizione che puntano a palazzo Bacaredda. Staremo a vedere. 

L’affermazione di Alessandra Todde sul piano nazionale può essere rivendicata come una vittoria anche di Elly Schlein e Giuseppe Conte. La segretaria del Pd fin dall’inizio della sua elezione ha scommesso sulla necessità di una alleanza strutturale col M5s, anche a costo di prestare il fianco a critiche su un suo appiattimento rispetto alla linea grillina e sul non replicare con forza agli attacchi dell’avvocato del popolo, che cerca di marcare le differenze rispetto ai Dem nell’ottica di superarli e assumere la leadership della coalizione. Una sconfitta del ‘Campo largo’ avrebbe alimentato le critiche, i distinguo delle correnti Pd meno inclini ad accettare una linea di acquiescenza verso i Cinquestelle, e segnato una battuta d’arresto nel percorso che la segretaria ha intrapreso in questi mesi. La vittoria di Todde dà respiro a Schlein, il cui vero banco di prova saranno comunque le Europee. Dà slancio in vista dei prossimi appuntamenti elettorali e consente alla leader democratica di parlare di un cambio di vento anche a livello nazionale, all’insegna di: la destra si può battere. Ma per farlo bisogna costruire una coalizione credibile e affidabile. Alcuni posizionamenti M5s in politica internazionale rimangono problematici nell’ottica di un ipotetico ritorno al Governo. Se Todde ha funzionato è anche perché è stata percepita come pragmatica e più classicamente progressista rispetto ai “grillini” prima maniera. E per questo la sua candidatura è stata accettata più naturalmente anche dagli elettori democratici meno inclini a dialogare coi Cinquestelle. Il segretario del Pd regionale, Piero Comandini, in questi mesi ha incassato le critiche in modo stoico ma alla fine può lavorare con più serenità alle prossime Comunali cagliaritane e sassaresi. La scommessa dei Progressisti di tornare nel Campo largo ha pagato e – alla luce di questi numeri – è stata determinante: ora Massimo Zedda aumenta le sue chance di poter tornare sindaco del Capoluogo.

Anche Conte può intestarsi la vittoria: Todde – prima presidente di Regione del Movimento – è vicinissima alla sua leadership e l’avvocato del popolo ha fortemente voluto – o imposto, secondo i critici del metodo di scelta – la sua candidatura. Ma dovrà anche fare i conti con un risultato della lista nettamente al di sotto del risultato delle Politiche e comunque inferiore rispetto a quella del Pd, che rimane primo partito in Sardegna. E in ogni caso un dato va sempre tenuto in considerazione: il centrodestra prevale nettamente nel voto alle liste. Ma la vittoria di Todde è – naturalmente – anche una vittoria personale della candidata. Che sembra aver intercettato una esigenza di rinnovamento in Sardegna, una novità rispetto alla continuità inevitabile di Truzzu rispetto alla Giunta Solinas e al ritorno di Soru a 15 anni dalla fine della sua esperienza da presidente della Regione. Quello che all’inizio era descritto dai suoi critici come un limite – l’essere percepita come “estranea” rispetto al dibattito sardo, lei che ha iniziato in politica come candidata all’Europarlamento, poi come viceministra e poi eletta deputata a Roma – paradossalmente può averle addirittura giovato. La sua candidatura è cresciuta col passare del tempo e gli elettori sardi hanno deciso di premiarla, in una rimonta che non era per niente scontata.

Renato Soru si è speso moltissimo in campagna elettorale ma esce chiaramente sconfitto. Nonostante si dicesse convinto di vincere, gli elettori di area progressista hanno dato la loro preferenza a chi hanno percepito avere più chance di affermarsi. Ma non è solo la retorica del voto utile ad averlo penalizzato. La Coalizione sarda era troppo eterogenea – da Rifondazione comunista agli indipendentisti fino a forze di centro come +Europa e Azione – per risultare credibile in ottica di governo. La sensazione è che gli elettori abbiano punito una formula poco uniforme, con l’obiettivo di alcune liste di superare in coalizione il 10 per cento per riuscire – legittimamente – ad avere voce in Consiglio regionale portando nelle istituzioni anche – per esempio – alcuni candidati indipendentisti. La campagna elettorale di Todde è stata efficace nell’attribuire all’ex governatore una volontà di impedire la vittoria dell’alleanza Pd-M5s, quasi come se fosse una vendetta: facendo emergere più questo aspetto della sua campagna, che pure è stata ricca di contenuti. Soru dovrà decidere ora cosa fare. Ha dichiarato in campagna elettorale la volontà di proseguire nella costruzione di una forza politica sarda in grado di dare voce a istanze diverse, anche quelle indipendentiste. Non è chiaro se sostenesse di poter vincere per dare una sensazione di forza e attrarre gli elettori o se ci credesse davvero: certo è che il risultato è al di sotto delle aspettative – la delusione nel suo inner circle è palpabile – ma è una base su cui potrebbe lavorare per il futuro. Sta a lui dimostrare ora che la sua candidatura mirava davvero a costruire e non solo a impedire la vittoria dei suoi ex alleati.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share