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Province, gli enti locali alla Giunta: “In Sardegna solo Regione e Comuni”

Abolite le Province in Sardegna devono esistere solo due “pilastri”, la Regione e i Comuni. E il ruolo di quest’ultimi dovrà essere potenziato per evitare il “centralismo regionale”. No, quindi, alla proposta della Giunta che ridisegna l’architettura istituzionale creando i distretti amministrativi. Al contrario le funzioni dovranno essere gestite dalle unioni dei comuni o dalle associazioni di unioni con meno di 3mila abitati alle quali le amministrazioni locali potranno accedere volontariamente. È questo il riordino del settore pensato dal coordinamento delle associazioni degli enti locali – Anci, Cal, Aiccre e Asel – e illustrato questa mattina alla stampa dopo il via libera di mercoledì scorso ad Abbasanta.

Su base territoriale questi nuovi enti intermedi ricalcheranno lo schema di assetto ispirato alle circa 30 regioni storiche della Sardegna, che si assocerebbero per la gestione delle funzioni delle ex Province (strade, rifiuti, scuole ecc.), mentre per la parte finanziaria i comuni e le unioni potrebbero contare su tributi propri e su una quota fissa delle entrate regionali. Le autonomie locali chiedono l’apertura di un tavolo di confronto con la Giunta regionale, i capigruppo in Consiglio e la commissione Autonomia “perchè – spiegano – la riforma va fatta con noi e non con il pennarello”. E il processo va accelerato. Il 31 dicembre prossimo, infatti, scade il termine per i comuni sotto i 5mila abitanti (311 su 377 totali nell’Isola) per associarsi e gestire le dieci funzioni fondamentali a loro attribuite.

“L’idea è molto semplice e potente – chiarisce il presidente dell’Anci Sardegna Piersandro Scano parlando dello spirito della riforma – Puntare su Regione e Comuni perchè tutto ciò che c’è in mezzo è irrazionale, costoso e ingiustificato e va disboscato. Quindi serve una semplificazione drastica che porterà sicuramente un risparmio e un miglior funzionamento delle istituzioni”. “Ci sono troppi consorzi di bonifica, troppi consorzi industriali e altri enti e agenzie – sottolinea il presidente del Cal Giuseppe Casti – Siamo anche preoccupati per il 2015 perchè a Roma si sta preparando un ulteriore taglio di un miliardo per gli enti locali”. Per Tore Sanna, presidente Aiccre, “o si stabilizza in via definitiva il processo istituzionale nel territorio con presenze garantite, oppure non si può continuare a parlare di arginare il processo di spopolamento”. Rodolfo Cancedda dell’Asel, infine, sollecita il legislatore a evitare “parcellizzazioni delle funzioni” tra Plus, unioni comuni e consorzi.

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