Primo via libera dal Consiglio all’abolizione delle Province

Via le Province dall’ordinamento della Sardegna. Il Consiglio regionale ha approvato con 38 voti favorevoli, quattro contrari (Partito Sardo d’Azione) e quattro astenuti (Sardegna è già domani), la modifica dell’articolo 43 dello Statuto sardo proponendo al Parlamento la cancellazione delle Province, a partire da quelle storiche di Cagliari, Sassari e Nuoro. Per diventare effettiva la legge dovrà essere confermata dalle Camere in doppia lettura come previsto dalla procedura di revisione costituzionale.

Al voto non hanno partecipato i consiglieri del centrosinistra. Dopo il referendum del maggio 2012 che ha cancellato le quattro Province regionali di Olbia Tempio, Ogliastra, Medio Capidano e Carbonia Iglesias aprendo la strada al commissario, insediato anche a Cagliari, ora si arriva alla proposta di revisione costituzionale della Carta statutaria dell’Isola che elimina il termine “Provincia” e rimanda ad una successiva normativa l’organizzazione territoriale degli enti locali in Sardegna. Attualmente la proposta di legge ferma in commissione Riforme prevede che le funzioni, i servizi e il personale dipendente vengano trasferiti ai Comuni, anche in forma associata.

Mario Diana ha sottolineato che “si tratta di un provvedimento di legge non ordinario. Si sta andando avanti per dare una risposta ad un’unica forza politica che è quella dei Riformatori, ma questa modifica passa con grande silenzio”. Secondo Giacomo Sanna, leader del Psd’Az, “nel più assoluto silenzio non viene portata avanti la riforma degli enti locali. I commissariamenti resteranno in piedi sino alla prossima tornata elettorale perchè hanno finalità elettoralistiche – ha aggiunto – Ora si andranno a dire fuori dal palazzo delle falsità: il cambiamento infatti non c’è. In un’Aula distratta mi sembra di notare referendari da ristorante che scelgono quale legge portare avanti e quale no. Tra i quesiti approvati dai sardi c’era anche quello sull’Assemblea costituente – ricorda l’esponente dei Quattro Mori – che avrebbe potuto esprimersi meglio anche sulla cancellazione delle Province”.

A Sanna ha riposto il consigliere dei Riformatori, Franco Meloni, che ha spiegato: “la legge di riordino è quasi pronta e ci sono già alcuni accordi politici per definire le competenze”. “L’abrogazione di tutte le Province dallo Statuto – ha aggiunto assieme al capogruppo Attilio Dedoni – è un grande risultato dei Riformatori ma anche e soprattutto di tutti i sardi che hanno votato per la cancellazione di tutti gli enti intermedi coi referendum. Adesso tocca al Parlamento approvare celermente la riforma dello Statuto cancellando le Province”. Nel frattempo si è appreso che assieme al centrosinistra non ha partecipato al voto anche il consigliere sovranista ex Psd’Az, Paolo Maninchedda. I lavori dell’Aula sono stati convocati per domani alle 10 per l’esame della leggina sugli ammortizzatori sociali in deroga, mentre questo pomeriggio alle 17:30 è stata convocata la conferenza dei capigruppo.

La bocciatura del Cal. Dopo quella delle opposizioni in Consiglio regionale, arriva anche la bocciatura del Consiglio delle Autonomie locali (Cal) sulla modifica dell’articolo 43 dello Statuto. “La Giunta e la sua maggioranza in Consiglio proseguono la loro opera demagogica che, è giusto si sappia, non produrrà alcun effetto – dice il presidente del Cal Gianfranco GanuSanno bene che la modifica dello Statuto non passerà la procedura di revisione costituzionale in Parlamento. Dunque il voto di oggi serve solo al centrodestra per non perdere pezzi. Il resto è populismo fine a se stesso, è perdita di tempo, è totale incapacità di produrre una vera, complessiva riforma istituzionale”. Ganau ribadisce la richiesta (“da mesi”) che la Giunta faccia “una proposta seria che indichi il nuovo assetto, la ripartizione precisa e puntuale delle funzioni, lo scioglimento della gran parte dei 36 enti gestiti dalla Regione e il trasferimento delle loro funzioni agli enti locali. E invece di confrontarsi su questi temi – conclude il presidente del Cal – preferiscono cavalcare un’onda che alla fine non porterà a niente, se non a creare ulteriore confusione e a bloccare la programmazione di servizi essenziali, così come sta già accadendo nelle Province illegittimamente commissariate”

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