Primarie, affluenza molto bassa. E Sel non va a votare

Ore 13, è giro di boa per le primarie sarde: seggi aperti fino alle 20, ma i cinque candidati hanno già votato. Simone Atzeni a Dolianova, Francesca Barracciu e Andrea Murgia a Cagliari, Gianfranco Ganau a Sassari, Roberto Deriu a Nuoro. Per vincere al primo turno bisogna superare la soglia del 40 per cento, altrimenti i due più votati andranno al ballottaggio domenica prossima.

PRIMI DATI. Dunque la lunga domenica delle primarie è arrivata alla pausa pranzo, sotto il segno della bassa affluenza. Così «a Cagliari – spiega Franco Marras, responsabile dell’organizzazione del Pd. A Sassari, però, i numeri sono alti. Nel resto dell’Isola si sonnecchia un po’». Tanto che nel Partito democratico un conto al ribasso l’hanno già fatto. «Rispetto a una previsione iniziale di 65mila votanti – chiarisce Marras – contiamo di chiudere la giornata a quota 50mila».

FATTORE PIOGGIA. I seggi mezzo vuoti non sono passati inosservati nemmeno ai candidati. Atzeni, la quota socialista delle primarie, dice: «Speriamo che dal pomeriggio s’inverta la tendenza, può essere che abbia inciso la pioggia, almeno nella Provincia di Cagliari. Resta il fatto che il tavolo della coalizione non ha organizzato un solo incontro pubblico tra i competitor». Atzeni non nasconde il rammarico: «Io non so se questo sia successo per inerzia, tuttavia è un elemento pesante. La comunicazione di questa tornata elettorale l’hanno fatta i singoli candidati e le testate giornaliste».

SEL NON VA ALLE URNE. Di certo non è una novità che nel centrosinistra ci fossero malumori. La storia è nota: dopo che i partiti, all’unanimità, avevano già sottoscritto il regolamento e deciso le date, Sel, Idv, Upc e Verdi hanno chiesto di far slittare la presentazione delle candidature. Ma Pd, Psi, Rifondazione e Comunisti italiani hanno risposto picche: e da allora lo scontro. Tanto che Michele Piras, deputato vendoliano, invitò i suoi ad andare al mare anziché alle urne, il 29 settembre. Sembrava una provocazione buttata lì. Invece adesso viene fuori che Sel non è mai tornata indietro rispetto a quella posizione.

IL “TAVOLO” SCRICCHIOLA. La conferma arriva da Francesco Agus, coordinatore del partito a Cagliari e rappresentante di Sel nel tavolo del centrosinistra. «Ai nostri iscritti – spiega – abbiamo dato l’indicazione di non votare, anche se non organizzeremo alcuni treno per la Siberia se qualcuno è andato o andrà alle urne, come già ci ha fatto sapere». Agus ribadisce: «Noi contestiamo l’uso non corretto delle primarie, perché si sta scegliendo il candidato governatore senza aver stabilito prima quale sia la coalizione e con quale programma ci si presenterà agli elettori».

IL PD BATTE IL PUGNO. Insomma, l’orizzonte del centrosinistra sembra foriero di nuovo scontri, ma Marras non porge l’altra guancia. «Oggi – chiarisce il dirigente del Pd – si decide il candidato governatore della coalizione o, eventualmente, si conoscono i nomi di chi andrà al ballottaggio. Io sono sicuro che l’importanza del passaggio sia chiara a tutti. Del resto, non si possono mettere in discussione, all’improvviso, accordi già presi, non sarebbe accettabile. Abbiamo chiamato alle urne migliaia di sardi, che stanno andando a votare. Con i cittadini non si scherza».

Alessandra Carta

 

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