Piano infrastrutture, la Regione firma il contratto sul mutuo da 700 milioni

Firmato questa mattina dai dirigenti dell’assessorato regionale della Programmazione e della Cassa depositi e prestiti il contratto sul mutuo da 700 milioni di euro per finanziare il Piano Infrastrutture che prevede interventi in diversi settori, dai Lavori pubblici all’agricoltura fino all’Industria e agli Enti locali. Le condizioni fissate dalla Cdp, a chiusura di settimana, prevedono uno spread applicato a tutte le erogazioni del 2%, su un periodo di utilizzo di otto anni, la restituzione in 20 e il pagamento degli interessi da parte della Regione calcolato sulla cifra utilizzata annualmente, cioè massimo 150 milioni di euro. “Stiamo ipotizzando di utilizzare per il 2015 circa 90 milioni – ha spiegato l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci – verranno finanziate le opere immediatamente cantierabili, le scuole e le altre opere con progetti esecutivi”.

Il mutuo ha una scadenza fissata al 31 dicembre del 2043, perché i 20 anni di ammortamento partono allo scadere degli otto di tiraggio (utilizzo delle risorse). Il tasso d’interesse a oggi è del 3,06%, calcolato sullo spread unico al 2%, e il Tfe (tasso di finanziamento equivalente) all’1,06%. L’importo minimo di ognuna rata (32 al massimo, per esempio 4 trimestrali per 8 anni) dev’essere di 10 milioni. Gli interessi sono calcolati al tasso fisso o variabile determinato con le condizioni vigenti al momento di ciascuna domanda di erogazione. A oggi si calcola che sui 700 milioni ne saranno pagati 220 circa di interessi nell’arco di 28 anni. “Quando la domanda interna è bassa e i tassi d’interesse sono minimi lo Stato si deve indebitare. Lo deve fare per far ripartire la domanda e dare una sferzata a un’economia completamente bloccata che ha bisogno di una spinta in più per rimettersi in moto – spiega Paci – Negli Stati Uniti hanno fatto così all’inizio della crisi, noi lo facciamo oggi concretizzando le politiche keynesiane e mettendo in circolo 700 milioni, intervenendo con decisione per far aprire cantieri che creeranno posti di lavoro: saranno 1.000 nuove buste paga da subito, che significa ossigeno per 1.000 famiglie che ricominciano a sperare e a spendere, contribuendo a loro volta a far girare l’economia con un meccanismo che, una volta innescato, si autoalimenta”. La partita vinta delle riserve erariali, cioè l’aver ottenuto da Roma che le tasse di scopo pagate in Sardegna restino nell’Isola e siano destinate all’abbattimento del debito pubblico regionale, consentirà di destinare 600 milioni di euro fino al 2018 al risanamento delle casse regionali. Questo significa che il vecchio debito, contratto a condizioni sicuramente meno vantaggiose perché con tassi d’interesse molto più alti, verrà abbattuto e dunque la rata per i sardi si abbasserà notevolmente. È stato calcolato che con i primi 150 milioni già stanziati per abbattere il debito pubblico, quest’anno se ne pagheranno ben 40 di interessi in meno. “In pochi mesi siamo riusciti a chiudere un’operazione molto importante per la Regione. Ci siamo riusciti, nonostante tutti gli scettici che provavano a remare contro, con un Piano infrastrutture già approvato e il coinvolgimento di tanti assessorati, dai Lavori Pubblici all’Agricoltura fino agli Enti Locali e all’Industria – ricorda Paci – La cifra maggiore è destinata al dissesto idrogeologico, cioè alla messa in sicurezza dei nostri paesi, le nostre case, gli ospedali, il nostro territorio insomma. In più facciamo interventi importanti per le scuole, la portualità, le infrastrutture industriali che tanto servono alle imprese. Facciamo interventi per il viario, per ammodernare le nostre strade dove ci sono ancora troppi incidenti e poi sull’idrico e in agricoltura, per garantire alla Sardegna una dotazione di infrastrutture che le consenta di superare il gap storico che da sempre la affligge”.

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