Piano casa, la Cgil contro la Regione: “Alcune misure gravemente dannose”

Alcune sue misure sono “gravemente dannose”: è il giudizio “molto critico” della Cgil sul ddl Piano casa promosso dalla Giunta Solinas. Oggi il sindacato ha inviato un documento con le osservazioni come richiesto dalla Commissione regionale nel corso dell’audizione la scorsa settimana.

“Sebbene dichiari di voler favorire il risparmio e la riqualificazione edilizia, la filosofia del ddlL si basa sul classico binomio che associa mattone e sviluppo e sull’assunto mentitore che l’incremento indiscriminato delle volumetrie avvantaggerebbe la filiera turistica. Ma tutto questo è smentito dai fatti – ha detto il segretario generale Cgil, Michele Carrus -. Dopo un decennio di continue proroghe del Piano casa, la crisi del settore delle costruzioni non è stata fermata ne tanto meno si è favorito il suo rilancio”.

Per la Cgil e la Fillea (categoria del comparto edile), lo sviluppo passa per il riutilizzo e la qualità del costruito, per i nuovi materiali, tecniche e tecnologie, per l’efficienza energetica e la domotica, per la promozione dell’housing sociale e un ripensamento complessivo degli spazi urbani e dei servizi all’abitare. Passa dalla tutela del paesaggio, dalla manutenzione del territorio e dall’ammodernamento delle infrastrutture.

“Queste dovrebbero essere le direttrici, anche per il turismo, il cui vero valore si fonda su fattori attrattivi ambientali e culturali, sui tratti identitari caratteristici dell’isola e del suo paesaggio, non certo sull’ulteriore espansione di un’offerta ricettiva standardizzata sui modelli consumistici internazionali, che invece stressano, per diverse ragioni, la capacità competitiva del sistema regionale”.

Il segretario evidenzia in particolare alcuni punti critici, ad iniziare dall’incremento di volumetrie, che si persegue in modo spregiudicato persino strumentalizzando la pandemia. “Sono concesse a tutti e in varia misura, fuori e dentro le fasce di rispetto integrale, per tutte le categorie urbanistiche e le classi di utenza – ha detto Carrus -, con travasi di volumi tra differenti zone omogenee e modalità inedite rispetto alla legislazione regionale e nazionale, insieme alle possibili nuove lottizzazioni nelle zone costiere e finanche al recupero di quelle possibili prima del Decreto Floris del 1983”.

Preoccupa inoltre la riduzione a un solo ettaro del lotto minimo per costruire in campagna, concesso a tutti quanti, ma persino per sommatoria di appezzamenti sparsi anche in Comuni diversi. E poi la riduzione dei criteri qualitativi delle nuove costruzioni, la monetizzazione dei parcheggi e l’utilizzo facilitato di sottotetti, pilotis e seminterrati, malgrado il pericolo idraulico e geologico che riguarda quasi tutti i Comuni sardi, come purtroppo ha dimostrato l’alluvione di Bitti pochi giorni fa. “Sono idee che aprono varchi a speculazioni edilizie che metterebbero in crisi i Comuni, chiamati a rendere servizi costosissimi per i quali non hanno risorse”.

Per la Cgil si tratta in generale “di un’aggressione al territorio e al paesaggio, anche attraverso norme dal profilo anticostituzionale. Il testo infatti, non si limita a prorogare il Piano casa, ma appare un’anticipazione delle linee di una prossima controriforma urbanistica, che la maggioranza sembra voler portare avanti senza alcun dibattito pubblico su un bene comune qual e il territorio”. Da qui l’invito al Consiglio a rimuovere tutte le parti non necessarie alla proroga del Piano casa, se proprio si vuole farlo, e a rinviare la riforma del governo del territorio a un’ampia discussione che renda partecipe l’intera comunità regionale.

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