L’inchiesta sull’utilizzo improprio dei fondi destinati ai gruppi consiliari irrompe nella legislatura in corso con due iscrizioni nel registro degli indagati. Riguardano l’assessore alla Cultura Sergio Milia e il consigliere Sergio Obinu, entrambi dell‘Unione di centro, accusati di peculato. Secondo indiscrezioni attendibili, sarebbero i primi due nomi di una nuova serie.
A Milia in particolare è attribuito il prelievo improprio, nel biennio 2009-2010, di 90 mila euro dal conto del gruppo dell’Udc del quale all’epoca era segretario. Un’accusa che, secondo il diretto interessato, non ha fondamento: Milia si è detto “sereno” e in grado di spiegare che quel denaro è stato utilizzato per i suoi fini istituzionali. Potrà farlo, come pure Obinu, il prossimo 18 luglio. Per quel giorno il pubblico ministero Marco Cocco l’ha convocato al palazzo di giustizia di Cagliari per l’interrogatorio.
Con l’iscrizione di Milia nel registro degli indagati salgono a cinque i membri della giunta Cappellacci coinvolti i chieste giudiziarie. Il governatore, infatti, è sotto processo (bancarotta per dissipazione e documentale) per il crac Sept, gli assessori Mario Floris (Affari generali) e Oscar Cherchi (Agricoltura) sono sotto processo per peculato nell’ambito del primo troncone dell’inchiesta sui fondi ai gruppi consiliari e Andrea Biancareddu (Ambiente) è stato condannato per usurpazione di funzioni pubbliche.