Pd, si allontana l’ipotesi del segretario a tempo: possibile arrivo di un garante

La soluzione è stata concordata a Sassari dalle delegazioni delle diverse correnti interne che hanno incontrato il sottosegretario Luca Lotti.

In Sardegna, per gestire il Pd in guerra, si ipotizza l’arrivo di un garante di nomina romana. Una figura a metà strada col commissario, perché verrebbe mantenuta in piedi l’assemblea eletta col congresso del 2014. È questa l’ipotesi più probabile che dovrebbe aiutare il Partito democratico sardo a uscire dallo stallo che dura da maggio, dopo che Renato Soru si è dimesso da segretario regionale in seguito alla condanna per evasione fiscale.

La soluzione è stata discussa a Sassari dalle delegazioni dem che hanno incontrato Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma soprattutto responsabile degli Enti locali nel Pd nazionale. Lotti è stato mandato in Sardegna dal premier Matteo Renzi proprio per gestite il caos isolano, coi dem incapaci di mettersi d’accordo malgrado quattro mesi di trattative.

Lunedì, tuttavia, l’Assemblea del Pd regionale resta convocata (a Tramatza dalle 16). Anzi: sarà l’occasione per spiegare ai 171 componenti cosa è successo nell’incontro di Sassari. Ma l’elezione del nuovo segretario a tempo potrebbe essere congelata, se si dovesse accertare che nessuno dei due candidati ha gli ottantasei voti necessari a ottenere l’investitura. E in corsa ci sono il consigliere regionale renziano, Piero Comandini, e l’ex delegato alla Sanità, Giuseppe Frau che si è presentato come indipendente.

La soluzione del garante, cui spetterà gestire la preparazione del nuovo congresso, sembra aver accontentato tutti o quasi, seppure per ragioni diverse. La prima – cara a Renzi – è che il Pd sardo evita la soluzione più drastica del commissariamento. Il che vorrebbe dire azzeramento di tutti gli organi, compresa l’Assemblea, con un conseguente negativo impatto sugli elettori. Invece il Pd ha la necessità di salvare la faccia perché di mezzo c’è il referendum costituzionale. Lotti, infatti, è venuto in Sardegna proprio per spingere i dem isolani a fare fronte unico rispetto alle ragioni del Sì, dal momento che col voto di fine novembre (dei primi di dicembre) il premier e il partito nazionale si giocano un pezzo di credibilità politica.

Entrando nel merito degli effetti che l’arrivo del garante ha sulle singole componenti, i renziani sardi sono d’accordo perché Lotti andrebbe a scegliere un nome che piace alla corrente. La quale, certo, per ora sacrifica Comandini, ma per un altro verso sarebbe molto ascoltata. Idem i soriani che oggi, tra le altre cose, hanno spiegato a Lotti il fatto che il consigliere regionale resta un candidato condiviso.

Quanto all’area popolare-riformista, cioè le correnti di Antonello Cabras e Paolo Fadda, il gruppo ritiene che la figura di garanzia vada individuata nelle figure istituzionali all’interno del partito. Anche in un gruppo di lavoro paritario. In questo quadro il Pd isolano può dirsi già in campagna elettorale. Non solo in vista del referendum costituzionale, ma anche per organizzare candidati e liste del congresso 2017.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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