Il Pd sardo si trova di fronte al dilemma: congresso subito o dopo le regionali? Il nodo andrà sciolto dal nuovo esecutivo regionale del partito che verrà nominato questo pomeriggio dopo la direzione a Oristano, dal segretario Silvio Lai. “Innanzitutto dovrà essere l’Assemblea del partito a decidere se celebrare il congresso nazionale o regionale – ha spiegato Lai – e in questo secondo caso se il congresso debba essere fatto prima o dopo le elezioni”. Il rischio è quello di accavallare la scelta per il nuovo segretario con quella per le primarie. Nel frattempo oggi dovrebbe esserci un primo passo verso la riconciliazione di tutte le aree del partito con un esecutivo allargato a 10-15 ‘saggi’ che deve traghettare, insieme a Lai, il Pd verso il congresso che potrebbe esser il primo del Partito Democratico Sardo federato con Roma. Superate le elezioni politiche e gli scontri interni post primarie anche l’area ‘minoritaria’ di Paolo Fadda, oggi neosottosegretario della Sanità, potrebbe far parte del nuovo organismo regionale, anche se resta da capire come si muoveranno i ‘renziani’ sardi che sembrano essere più proiettati verso un congresso da tenersi subito e ‘aperto’ in stile primarie. Per ora si preparano all’incontro del 24 maggio a Sassari (alle 18, Hotel Grazia Deledda) per chiedere una spinta al rinnovamento. Nella discussione di oggi non mancheranno voci contrarie alla posticipazione del congresso al 2014 anche perché c’é da ricompattare da subito la base del Pd che non ha gradito le larghe intese in ambito nazionale, ma che vorrebbe ancora avere fiducia nel progetto democratico. I tempi dell’agenda politica sono stretti: in autunno sarà, infatti, piena campagna elettorale e la strada dovrà esser delineata in tempi rapidi. Per ora ci sarebbe solo una certezza: Silvio Lai, che è anche senatore, non è intenzionato a riproporsi come segretario. In attesa del congresso e delle regionali, i giochi sono già aperti.
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