Il Pd cerca il nuovo segretario, 10 nomi per una poltrona

Nove uomini e una donna. Sono i papabili alla segreteria del Pd sardo, i 10 possibili eredi di Silvio Lai. Le candidature vanno presentate il 15 settembre.

Nove uomini e una donna. Cioè Emanuele Cani, Thomas Castangia, Luca Clemente, Gavino Manca, Pietro Morittu, Romina Mura, Valter Piscedda, Chicco Porcu, Francesco Sanna e Renato Soru. Sono loro i papabili alla segreteria del Pd sardo, i dieci possibili eredi di Silvio Lai. Le candidature vanno presentate il 15 settembre e da lì si capiranno gli equilibri interni al Partito democratico che con le primarie aperte del 26 ottobre sceglierà il nuovo leader regionale. Ma, soprattutto, deciderà se nei prossimi anni il Pd sarà ancora guidato da una maggioranza allargata o prevarrà invece la legge del correntismo.

Ma vediamo chi sono i dieci candidati.

Romina Mura, classe ’70, sindaco di Sadali e deputato alla prima legislatura, corre in quota Antonello Cabras, senatore fino alla scorsa legislatura e ora presidente della Fondazione del Banco di Sardegna. Identica l’appartenenza di Cani, Morittu e Piscedda, rispettivamente del ’68, del ’78 e del ’69. E le date non sono un dettaglio, visto che la corrente del presidente sta puntando tutto sul rinnovamento generazionale. Praticamente un mantra che di piazza in piazza sta portando anche l’uscente Lai, il primo alleato di Cabras insieme agli altri due big sassaresi del Pd, Gianfranco Ganau e Giacomo Spissu: l’uno attuale presidente del Consiglio regionale, l’altro ex.

Cani è deputato come la Mura; Morittu è capogruppo del Pd a Carbonia e alle Regionali dello scorso febbraio ha mancato per meno di cento voti elezione nell’Aula di via Roma. In Consiglio, passando dal collegio di Cagliari, è invece entrato Piscedda, sindaco di Elmas. L’aspetto meno favorevole per la conquista della segreteria  è che i “cabrasiani” hanno già uno o più incarichi, ma questo depone a favore del giovane Morittu, il più “libero” del gruppo. Certo è che uno solo tra i quattro entrerà in partita.

Procedono parallele pure le candidature di Soru e Sanna, sebbene espressione di due correnti diverse. Ma l’armonia tra l’area dell’europarlamentare e quella lettiana del deputato Sanna è storia decennale, da quando Soru vinse le Regionali del 2004. E anche stavolta i due gruppi hanno deciso di sostenersi a vicenda e di non sovrapporsi. Ciò vuol dire che in corsa ci sarà o l’uno o l’altro candidato, e chiunque verrà scelto sarà appoggiato da entrambe le aree. Il primo sostenitore di Soru resta l’ex sindaco di Villasimius Tore Sanna, mentre per Francesco Sanna spingono il deputato Marco Meloni e il consigliere regionale Gigi Ruggeri. Soru ha dalla sua gli oltre 182mila raccolti alle Europee dello scorso maggio; di Sanna piace la capacità di mediazione.

Manca e Porcu sono i renziani sardi della prima ora e anche nel loro caso si candiderà uno solo, mentre l’altro sarà lo sherpa dei voti. Manca è consigliere regionale alla terza legislatura, Porcu invece non si è presentato alle urne di febbraio ed è tornato a fare il suo mestiere di imprenditore e consulente della comunicazione. Certo è che i due vanno a rappresentare l’attuale minoranza del partito, quella che raccoglie pure la Barracciu più la corrente del deputato Siro Marrocu e la componente che fa capo a Tore Ladu.

Su Castangia, classe ’74, punta il movimento della Traversata, ovvero l’anima critica del Pd, quella che vuole un partito più aperto alla base, un Pd meno dipendente dalle volontà dell’establishment. La Traversata è un gruppo eterogeneo, formato anche da renziani e cuperliani, ma Castangia, segretario uscente del partito nella provincia di Cagliari, è un civatiano. E alcuni civatiani sardi guardano con interesse a un’eventuale corsa di Luca Clemente, un democratico del ’76 che fa parte dell’Assemblea regionale e non ha incarichi politici.

Di certo questo toto-segretario rivela che la “questione giudiziaria” – decisiva nella rinuncia della Barracciu a candidata governatrice – non è più il tema centrale del dibattito interno e il Pd è tornato ad allinearsi col proprio statuto garantista. Quasi la metà dei 10 candidati alla segreteria ha infatti questioni giudiziarie aperte che non stanno incidendo sulle scelte: Soru ha il processo per evasione fiscale, mentre Manca, Porcu e Sanna sono indagati nell’inchiesta sui fondi ai gruppi. Ma l’inversione di tendenza era già cominciata con la decisione di indicare Ganau alla presidenza del Consiglio regionale, superando la doppia accusa di abuso d’ufficio in due diverse inchieste relative al suo mandato da sindaco.

Al momento, dalla partita della leadership democratica si sta mantenendo equidistante l’area Fadda che potrebbe ugualmente fare il nome di un giovane. Ma indiscrezioni non ne circolano. Di sicuro, la leadership del Pd sardo non può essere staccata dagli assetti in Regione e nei posti di sottogoverno. In Giunta, per esempio, i faddiani hanno indicato un solo assessore, Cristiano Erriu, sebbene sia titolare di una delega pesante come l’Urbanistica e gli Enti locali. E ciò potrebbe voler dire che negli equilibri complessivi del partito al correntone Fadda spetti in qualche modo una precedenza nelle scelte.

Da qui al 15 settembre tutto può certamente cambiare, a cominciare dal fatto che l’area Cabras potrebbe restringere cammin facendo la propria rosa di papabili. Ma va ricordato che andranno poi nominati un vicesegretario (la Barraciu è l’uscente) e un nuovo presidente al posto della renziana Daniela Porru. Per nulla insignificanti saranno anche le caselle da assegnare attraverso l’ufficio della segreteria, il cui numero non è però definito per statuto.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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