Patto di stabilità, i Riformatori: “L’accordo col Governo è un salasso”

I Riformatori non mollano sul Patto di stabilità, e rilanciano. Con una mozione, di cui primo firmatario è il coordinatore regionale Michele Cossa, denunciano che l’accordo siglato dalla Giunta regionale con il governo costerà alla Sardegna un miliardo di euro in meno in tre anni di spese possibili. “Un salasso per le casse – spiegano – che costringerà la Regione a tagliare i fondi per strade, scuole, imprese, lavoro e cassa integrazione”. Per questo i Riformatori chiedono alla Giunta di accertare effettivamente a quanto ammonteranno le entrate e di ridiscutere l’accordo capestro col governo. La questione delle entrate – spiegano i Riformatori – è rilevante visto che dal 2015 la Regione sarà soggetta al pareggio di bilancio e dunque potrà spendere effettivamente quanto entra nelle sue casse. “Entrate che saranno soggette, però, stando all’accordo, all’accertamento preventivo da parte della Ragioneria dello Stato. Una sorta di commissariamento della Sardegna”.

I Riformatori ricordano che per il 2014 il governo ha concesso alla Sardegna un incremento della spesa di 320 milioni per un livello di spesa, pari a 2696 mln (al netto della sanità e delle altre spese fuori patto). In cambio “il Governo ha ottenuto subito la rinuncia a tutti i ricorsi pendenti e futuri davanti alla Corte Costituzionale (es. accise), l’impegno ad abrogare la norma del 2013 che rende non assoggettabili al patto di stabilità il Fondo unico per gli enti locali l’impegno a recepire le norme statali che attribuiscono in via esclusiva allo Stato il potere di accertare le entrate dovute alla Sardegna”. Secondo i Riformatori “la Giunta regionale ha preso impegni che si traducono sostanzialmente nella rinuncia alla specialità statutaria”. Per questo la mozione invita la Regione “ad adottare senza indugio, tutti i provvedimenti necessari per tutelare la Regione Sardegna e il suo bilancio, ivi compresa la denuncia dell’accordo col Governo ove la compressione della capacità di spesa della Regione fosse quella indicata nelle premesse”.

 

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