La classifica è stata stilata dall’associazione indipendente Open Polis. Presenza e assenza non bastano a stabilire chi è stacanovista o pigro. Al vaglio le attività degli attuali parlamentari con relativo punteggio per le attività proposte e azioni in generale: uno per l’iter, uno per il consenso ottenuto e uno per la partecipazione ai lavori dell’Aula. Il risultato di questi calcoli e percentuali è l’indice di produttività di deputati e senatori.
E i sardi come si collocano? Il quadro è tracciato da L’Unione sarda oggi in edicola. In generale i 18 eletti nell’Isola (16 i sardi) pare non benissimo, al di là dei distinguo. Anche se ci sono punte di merito, come quella del deputato Pierpaolo Vargiu (Riformatori) al nono posto generale, primo tra gli isolani. Con il suo punteggio stacca di ben sei volte altri colleghi pur attivi come Mauro Pili (Unidos) e Michele Piras (Sel), praticamente alla 180a posizione. In mezzo c’è Raffaele di Gioia, pugliese eletto col Pd, quota socialisti, ora al Gruppo Misto.
In coda – al 578° posto su 630- ci sono i deputati del Pd Siro Marroccu, Emanuele Cani (517) e Romina Mura (429). Peggio di tutti Settimo Nizzi (Fi), ma è arrivato 15 mesi più tardi degli altri, quindi dato falsato.
Al Senato spicca Luciano Uras (Sel), al 35° posto su 323, seguito da Luigi Manconi (Pd) all’83° posto e Manuela Serra (M5S) al 95°. Ultimi tra i sardi Roberto Cotti (M5S), e i dem Ignazio Angioni e Silvio Lai. La differenza tra i due parlamentari grillini – Cotti risulta attivo e presente – sta nell’efficacia delle azioni, nel seguito ottenuto.
Tra le curiosità quella dei ribelli: coloro che hanno votato in modo contrario alle indicazioni del partito. Tra i sardi ci sono appunto il senatore Emilio Floris (Fi) con 203 voti e il deputato Siro Marrocu (Pd), comunque assente nelle giornate clou dell’attività parlamentare.