Regione sarda, la trasparenza opaca

La malversazione si nutre di scarsa trasparenza. Le leggi nazionali impongono l’inversione di marcia e in Regione la mini-rivoluzione procede tra molti problemi

Documenti fantasma. Solo pochi giorni fa, nella sezione ‘amministrazione trasparente’ del sito della Regione, bastava cliccare su “Bandi e appalti di gara” per scoprire, ad esempio, che a metà settembre i contribuenti hanno pagato 1.500 euro una cena di rappresentanza organizzata dagli uffici di presidenza di Ugo Cappellacci in un noto ristorante cagliaritano. Oggi quei documenti sono spariti. Il file .pdf è completamente bianco, quello .csv pure, mentre l’.xml restituisce un’accozzaglia di dati incomprensibili. E quindi inutili. Su questo versante, anche Sardegna promozione non è voluta esser da meno: il lunedì si pubblica un atto, due giorni dopo lo stesso atto scompare. Senza alcuna giustificazione. Meno male che ogni pc può contare su una semplice funzione: “Salva con nome”. Stessa cosa per la lista delle provvidenze corrisposte nel 2012: il file .pdf che a una settimana fa risultava composto da oltre 200 pagine, oggi si riduce ad un solo foglio. Bianco.

Documenti inesistenti. C’è un altro, semplice accorgimento per impedire ai cittadini di sapere come vengono spesi i loro soldi: non pubblicare nulla. È una (cattiva) prassi molto comune. Il giochino è molto semplice: si pubblica la ragione sociale di chi intasca i soldi, a volte l’entità dell’esborso e il riferimento legislativo che lo giustifica. Il dettaglio del progetto finanziato però è inesistente o, nel migliore dei casi, è per così dire alquanto vago. Si tratta, in larga parte, di casi registrati in enti e agenzie regionali. Che pesano sulle casse regionali per milioni e milioni di euro.

Documenti inutili. Si tratta di un escamotage molto simile al capitolo ‘Documenti inesistenti’. Ma è molto più fine ed elegante. Sono i pagamenti effettuati in larga parte dall’ufficio di Gabinetto del presidente Cappellacci e avallati quindi da Ada Lai. Per inciso, si parla dell’alta dirigente condannata dalla Corte dei conti a rifondere un danno erariale per 255mila euro al Comune di Cagliari per il progetto ‘Abitare assistito’. Nei tabulati dei pagamenti effettuati dalla presidenza, si legge sempre la stessa cosa: “Si conferma il preventivo di codesta Ditta assunto al protocollo X in data Y e si autorizza il servizio in occasione Z”. Dove ‘Z’ rappresenta il ‘jolly’ mai indicato: oggi una manifestazione di rappresentanza, l’indomani pure e due giorni dopo uguale. Nello specifico, non si sa. In tutti questi casi, gli uffici potevano pagare i relativi corrispettivi? Probabilmente no, le norme parlano chiaro: gli utenti – e i contribuenti in testa – devono poter disporre di ogni informazione utile a capire come siano stati spesi i fondi pubblici.

Documenti del (Capo di) Gabinetto. L’andazzo però è consolidato, se è vero che ad una precisa richiesta su chi, cosa, come, quando e perché la presidenza abbia elargito centinaia di euro ad un ristoratore (informazioni che appunto non erano comprese nei documenti pubblicati), la risposta di Ada Lai è stata esattamente questa: “Trattasi del pagamento di una fattura per la cui transazione, riferita ad una occasione di rappresentanza a conclusione di un incontro istituzionale, non si era ancora provveduto alla regolarizzazione contabile”.

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Ma tant’é: se ci si aspetta una strigliata dal direttore generale della Comunicazione Francesco Cicero (pure sempre molto disponibile), si rimane a bocca asciutta. Forse per quieto vivere familiare: sono marito e moglie.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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