Non luogo a procedere per l’ex M5s Giulia Moi, i querelanti: “Non dice che il reato è prescritto”

“È certamente vero che la Corte di Appello di Cagliari ha emesso nei confronti di Giulia Moi una sentenza (non definitiva) di non doversi procedere, revocando così le statuizioni civili decise dal Tribunale di Cagliari, ma è anche vero – ciò che non viene minimamente detto dall’ex europarlamentare – che la motivazione risiede nella intervenuta prescrizione del reato. Il che significa, evidentemente, che la Corte cagliaritana non ha ritenuto che l’imputata non fosse responsabile del fatto di diffamazione ma solo che era trascorso, fin dal giudizio di primo grado, il tempo sufficiente per il maturarsi della prescrizione”. Lo precisano in una nota gli avvocati Rita Dedola, Massimo Massa e Massimiliano Ravenna, difensori dell’istituto di formazione Ifold e delle loro rappresentanti legali che avevano presentato querela contro l’esponente politica all’epoca eletta in Europa con il Movimento 5 stelle, dal quale era stata in seguito espulsa.

“Sempre per precisione (e per amore della verità), va ricordato – segnala ancora la difesa – che alla Moi erano contestate originariamente quattro diffamazioni. Il Tribunale di Cagliari, oltre a quella per cui ha emesso la sentenza di condanna (riformata, come detto, per la prescrizione dalla Corte sarda), l’ha assolta perché il fatto non sussiste per due di queste ma per la quarta (diffamazione) ha ritenuto che il fatto di reato sussistesse ma che fosse (anch’esso) prescritto. In buona sostanza, al momento, i giudici di merito hanno statuito che l’ex parlamentare europea abbia effettivamente commesso due fatti diffamatori ai danni della Ifold e delle sue rappresentate legali ma, nondimeno, che il tempo trascorso imponesse di considerarli prescritti”. “Sia consentita un’ultima considerazione: stupisce – sottolineano gli avvocati – che un alto esponente (almeno in passato) di un movimento politico che ha sempre fortemente criticato (a torto o a ragione non importa) l’istituto della prescrizione del reato, promuovendo pure importanti riforme legislative sul tema, non abbia sentito la necessità di rinunciare alla prescrizione, così da poter pienamente dimostrare la propria innocenza”.

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