Nomi (e cognomi) sugli attriti nel Psd’Az per fare l’assessore

Date non ce sono. Ma nomi sì. E pure cognomi. L’indiscrezione data da Sardinia Post a inizio novembre sugli attriti nel Psd’Az per fare l’assessore regionale, trova una nuova conferma negli ambienti politici, adesso che il rimpasto della Giunta è entrato nell’agenda politica del centrodestra, in qualche modo ufficializzato dalla richiesta di un secondo assessore avanzata nei giorni scorsi dal gran capo dell’Udc, Giorgio Oppi.

Nell’Esecutivo guidato da Christian Solinas, i Quattro Mori hanno attualmente due assessori ‘ufficiali’, uno che rappresenta il nord Sardegna e l’altro in rappresentanza del Sud dell’Isola. Si tratta rispettivamente di Quirico Sanna, titolare dell’Urbanistica e degli Enti locali, e Gianni Chessa, alla guida del Turismo. La terza delega – ma questa è un’altra storia, è l’Agricoltura su cui ha messo il cappello Solinas attraverso l’ex dem Gabriella Murgia.

Stando a quanto filtra da Palazzo, sino a stamattina Sanna e Chessa erano dati fuori dalla squadra di governo. Invece il benservito sembra interessare solo il titolare dell’Urbanistica che dovrebbe tornare a fare l’avvocato in Gallura. Chessa, invece, si dovrebbe salvare: al 90 per cento potrà continuare nel suo doppio incarico di consigliere regionale e assessore (come consentito dalla legge regionale).

Per sostituire Sanna, il nome più gettonato era quello di Franco Mula, attuale capogruppo del Psd’Az, ex sindaco di Orosei. Invece la dodicesima casella della Giunta dovrebbe finire nella mani dell’Udc, con questa staffetta: il partito di Oppi prende in mano l’Ambiente, attualmente guidato dall’Fdi Gianni Lampis, il quale sembra destinato all’Urbanistica e agli Enti locali.

Se questo quadro viene confermato nei giorni a venire, quindi con quasi zero scossoni nell’assetto dell’Esecutivo, sfuma l’ingresso in Giunta per un altro cagliaritano, Nanni Lancioni, il sardista che da tempo è il più amato da Solinas.

Quanto agli assessori leghisti, si continua a dire che Valeria Satta, assessora al Personale, sia la più a rischio. Tuttavia se il suo mandato dovesse finire, il Carroccio si ritroverebbe nelle condizioni di doverla sostituire con un’altra donna, visto che il principio della parità di genere, con almeno un 40 per cento di rappresentanza femminile, va rispettato.

In alternativa potrebbe succedere che la donna venga scelta dalla Lega per gestire la Sanità, dove il dentista Mario Nieddu è in calo di popolarità (il caos dei Pronto soccorso nel Cagliaritano è solo l’ultimo problema in ordine di tempo). La scelta non è facile: cacciare Nieddu equivale a confermare il fallimento della Lega (solo nel Nuorese sono scesi in piazza in 20mila nelle scorse settimane). Ma per un altro verso, l’assistenza medica e ospedaliera sempre più a picco rischia di trascinare nel terreno della contestazione l’intero governo del centrodestra e Solinas il cinico, certamente non amato dall’opinione pubblica, potrebbe non averne voglia.

Tra gli assessori leghisti, il solo che può dormire sonni tranquilli è Giorgio Todde, il quale ha la protezione di Eugenio Zoffili, il commissario del Carroccio in Sardegna. E questo a differenza di Nieddu, il quale non è più in ottimi rapporti col luogotenente di Matteo Salvini nell’Isola.

Nel prossimo rimpasto della Giunta tutte le altre eventuali staffette sono poca cosa e di certo non frutto di guerre all’interno dei partiti, come sta succedendo nel Psd’Az e nel Carroccio.

I tempi del rimpasto restano un mistero. Anche perché le assunzioni di amici e fedelissimi attraverso la legge sui maxi staff sembrano su un binario morto, perché arenata è la questione del compenso relativa a Francesco Scano, il segretario regionale cui spetta far decollare la struttura fiduciaria messa in piedi dal centrodestra.

Scano, al vertice della nuova piramide amministrativa, è in pensione e come destinatario di un trattamento in quiescenza non può percepire altra retribuzione pubblica. Per ora sta lavorando gratis, non senza grane, come la guerra degli uffici che gli è costata il rimbrotto da parte della Cgil. Scano, in ogni caso, dovrà essere coadiuvato da una terna di capi di dipartimento e sarà suo anche il compito di nominare i direttori generali. Ma la partita non si è ancora sbloccata.

Alessandra Carta

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