Nel 2014 votate 37 leggi per 636 milioni: l’analisi della Corte dei Conti

I giudici contabili bacchettano Giunta e Consiglio per la non sempre corretta indicazione “delle coperture finanziarie”.

Nel 2014 il Consiglio regionale ha approvato 37 leggi pari a una spesa di 636 milioni e 63mila euro. Così risulta dalla relazione della Corte dei Conti che, attraverso la Sezione di controllo presieduta da Francesco Petronio, ha messo sotto la lente l’attività legislativa della Sardegna. Obiettivo: verificare se nelle 37 norme votate è stata predisposta una “corretta quantificazione delle coperture finanziare”, come imposto dal Decreto legislativo 174 che nel 2012, a livello nazionale, ha introdotto nuove regole in materia di finanza pubblica per ridurre i costi e garantire maggiore trasparenza. L’analisi non comprende “la Finanziaria 2015, il bilancio di previsione e quello pluriennale”, visto che le 37 norme sono aggiuntive, sebbene poi computate nel Consuntivo.

La Sardegna, che nel 2014 è passata dalla giunta di Ugo Cappellacci a quella di Francesco Pigliaru, è stata promossa dalla Corte dei Conti. Ma con riserva. Come scrive lo stesso relatore Roberto Angioni, la Sezione di controllo “delibera di approvare la tipologia delle coperture adottate dalla Regione”. Il via libera è arrivato il 9 giugno. Tuttavia, per il futuro sia l’Esecutivo che il Consiglio sono invitati a “una più rigorosa quantificazione degli oneri previsti con l’attività legislativa”. In 90 pagine di relazione, i giudici contabili hanno indicato i costi di ciascuna delle 37 norme approvate.

Il grosso di quei 636 milioni è dato dall’assestamento di bilancio per un importo di 458.832.000 euro (legge 19 del 24 ottobre). Seguono i 62.420.000 euro stanziati il 29 dicembre con la legge 37 per integrare i debiti delle Asl. Ecco ancora i 33 milioni deliberati il 29 maggio con la legge 10 per l’emergenza Blue Tongue. Scorrendo la lista, in ordine decrescente, figurano i 12.467.000 euro destinati alla Carbosulcis spa per la chiusura della miniera di Nuraxi Figus (legge 29 del 4 dicembre). Di grossa entità pure la legge 4, approvata il 15 gennaio alla fine della passata legislatura, per istituire, con una spesa di 10 milioni, l’Arbam, cioè la nuova Igea poi bocciata dalla Consulta.

Nel 2014, 19 leggi su 37 “risultano anche di iniziativa della Giunta regionale”, è scritto nella relazione della Corte dei Conti. E ancora: 30 delle 37 norme votate hanno riguardato una programmazione pluriennale, pari a una spesa di 71.970.000 euro nel 2015 e di 52.976.000 euro nel 2016.

Tra i rilievi che la Sezione di controllo ha mosso contro la Regione c’è l’eccessivo utilizzo del “tetto di spesa”. Si tratta di “una tipologia legislativa” che se da un lato fissa “un costo massimo”, dall’altro “non esclude un successivo intervento per integrare le risorse inizialmente stanziate”. Ciò significa, secondo la Corte, che “non viene scongiurato il rischio di far fronte a oneri superiori rispetto a quelli indicati”, appesantendo quindi la finanza pubblica.

A parziale discolpa della Regione, la Sezione di controllo fa notare che “l’analisi sulla corretta quantificazione degli onori prodotti dall’attività legislativa viene affrontata per la prima volta”, dopo il varo del Decreto legislativo 174. Tanto che c’è voluta un’audizione straordinaria, tenuta il 27 aprile 2015, per ultimare la raccolta della documentazione non trovata online “sul sito istituzionale del Consiglio regionale”.

E proprio all’Assemblea è rivolto un ulteriore richiamo: “Le relazioni illustrative che i proponenti delle leggi” allegano all’articolato normativo “hanno essenzialmente un contenuto politico e non costituiscono un valido strumento atto a sostituire le analisi di natura tecnica che dovrebbero, per obbligo di legge, accompagnare l’intera attività legislativa”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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