Mozione di sfiducia alla giunta, i firmatari attaccano la maggioranza (e il Pd)

 

In attesa delle visite nell’Isola dei big, da Monti a Bersani, e in seguito anche Alfano e Berlusconi, il Consiglio regionale è paralizzato. Ancora non c’è la legge Finanziaria, è stata rinviata a dopo le elezioni la legge elettorale, e la maggioranza appare sempre più divisa dai contrasti tra i partiti che la compongono: Pdl, Udc, Riformatori e Psd’Az.

Lo affermano Sinistra e libertà, Italia dei Valori, Centro democratico e Sardegna libera per rilanciare la mozione di sfiducia contro la giunta Cappellacci presentata cinque giorni fa. Mozione che, al pari di tutto il resto, sarà esaminata dopo le elezioni Politiche. La conferenza dei capigruppo, che dovrà metterla nel calendario dei lavori, è stata infatti convocata per il 26 febbraio.

Di certo, se la maggioranza è sfilacciata (con i Riformatori che dopo la proroga delle province hanno addirittura scritto a Napolitano chiedendogli di sciogliere il consiglio regionale ), anche l’opposizione non sta benissimo. E proprio per le tensioni che sono nate, attorno alla mozione di sfiducia, tra i presentatori e il Partito democratico che ancora non l’ha firmata, né si sa se la firmerà.

Già nei giorni scorsi Sel, Idv e gli altri avevano lanciato un appello al Pd perché aggiungesse la sua firma. Da allora la situazione non è mutata.

Le perplessità dei democratici derivano da valutazioni di forma (“Non siamo stati informati”, hanno protestato) e di sostanza: “Non voteremo certo a favore di Cappellacci – ha detto il capogruppo del Pd al consiglio regionale Giampaolo Diana – ma c’è da chiedersi se un’iniziativa simile indebolisca lui o l’opposizione”.

E’ l’eterno problema che si pone in questi casi: il Pd, in sostanza, teme che l’iniziativa finisca col ricompattare la maggioranza.  “La mozione di sfiducia – è stata la replica del leader di Sel Luciano Uras – la si presenta perché ci sono motivi di sfiducia, non perché deve essere votata”.

All’attacco del Pd anche Roberto Capelli, del Centro democratico, secondo il quale i democratici non hanno firmato perché “hanno qualche problema interno”. Per Claudia Zuncheddu, di “Sardigna libera”, questa mozione di sfiducia viene da lontano: “Ha avuto un periodo di incubazione lungo tre anni perché il presidente Cappellacci continua a fare scelte senza che sia minimamente coinvolto il Consiglio. L’ultima questione è quella del Qatar: mentre in tutta Europa ci si interroga sugli investimenti dell’emiro, noi gli vendiamo un pezzo di Stato”.

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