La fronda anti-Barracciu si struttura: Capelli, Sel, Rossomori e Partito dei sardi

«Sel, Centro Democratico, Rossomori e Partito dei sardi si sono incontrati per valutare la situazione politica e hanno concordato sulla necessità di avviare una nuova fase propulsiva». Il comunicato è stringato, ma con un peso specifico chiaro: nel centrosinistra continuano le manovre per chiedere un passo indietro a Francesca Barracciu, la cui candidatura alla presidenza della Regione non viene riconosciuta perché frutto di primarie a cui ha partecipato soltanto il Pd, il partito della Barracciu.

Quel che succederà adesso è scritto nella terza e ultima riga della nota. «Seguiranno – si legge – altri tavoli di approfondimento sui temi elettorali, politici e programmatici». Roberto Capelli, il deputato che guida in Sardegna il Centro Democratico, sottolinea in proposito: «Chiederemo subito un incontro con tutti i protagonisti del centrosinistra e lo faremo per il bene della coalizione».

Un mesetto fa, è stato proprio Capelli a sollevare la “questione Barracciu”. Era il 28 ottobre. A Sardinia Post Capelli aveva detto: «Nel centrosinistra esiste un problema di leadership. Il Pd, da partito di maggioranza relativa qual è, ha il diritto-dovere di decidere il candidato governatore. Ma la scelta non può essere fatta in solitudine, piuttosto va concertata col resto dello schieramento».

Con l’incontro tra Sel, Centro Democratico, RossoMori e Partito dei Sardi quel filo di un mese fa è stato ripreso. Anzi: probabilmente, sottotraccia, i vertici tra i quattro partiti non sono mai finiti. Capelli ora aggiunge un’osservazione che chiarise ulteriormente le intenzioni: «Nel centrosinistra serve un leader che sia un valore aggiunto per la coalizione, un leader condiviso», ripete il deputato.

Alessandra Carta

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