Mattarella in Parlamento, Pigliaru: “Discorso franco e toccante”. Appello di Cappellacci sulle entrate

Interrotto da 42 applausi durante il suo discorso alle Camere unite, il nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha oggi giurato sulla Costituzione. Sarà un “arbitro imparziale”, ha assicurato, augurandosi un’Italia più libera e solidale e richiamando l’urgenza sulle riforme, in primis quella elettorale. Un discorso asciutto di trenta minuti, poi l’omaggio all’Altare della Patria, infine la cerimonia di insediamento al Colle, nel salone dei Corazzieri.

“È stato un discorso franco e toccante, che ci riporta alle nostre responsabilità e ai nostri doveri, da amministratori e da cittadini, a iniziare dalla lotta a quelle gravi malattie che si chiamano mafia e corruzione”, così il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, al termine del discorso del Capo dello Stato, al cui giuramento il presidente della Regione ha assistito nell’Aula della Camera. “Sono stati tanti i passaggi notevoli, a partire proprio dal richiamo al senso di responsabilità di tutti in un momento in cui si cerca di uscire dalla crisi – sottolinea Pigliaru -. Tra i punti toccati ne ho sentito alcuni come particolarmente importanti per noi. Intanto la conferma del patto costituzionale che tiene unito il Paese e i territori, e quindi la implicita considerazione delle Regioni e del loro ruolo fondamentale, per le quali siamo certi ci sarà una seria attenzione. E poi il diritto allo studio inteso come diritto al futuro, come base per il diritto al lavoro. Sino al richiamo alla speranza, alla consapevolezza che ognuno di noi deve fare la sua parte per avere un popolo più sicuro, un paese più libero e solidale”. Secondo la deputata Romina Mura (Pd), “il Presidente della Repubblica nel suo messaggio ha rappresentato perfettamente la cornice all’interno della quale si svolgerà il suo mandato. Nel suo definirsi arbitro, ha richiamato noi, i giocatori, le parti, a non commettere falli e allo stesso tempo a non buttare la palla fuori dal campo di gioco”.

“Ha richiamato i valori fondanti della Costituzione facendo un preciso riferimento alla Resistenza. Quella Repubblica che quotidianamente si fa scuola, municipio, tribunale, comunità, ospedale. Un richiamo evidente – ha aggiunto Mura – a non lasciarsi nessuno alle spalle. Nessun uomo, nessuna donna, nessun territorio. E a rispettare le prerogative e la libertà di tutti i soggetti pubblici e privati, riconosciuti dal nostro ordinamento giuridico. Nelle sue parole ho trovato quella laicità che le istituzioni dovrebbero sempre garantire. Quando ha richiamato il Parlamento a esplicare le sue funzioni per l’affermazione dei diritti civili e delle libertà personali, non ho potuto fare a meno di pensare a Valter Piludu. E non mi è sfuggita la sua forte presa di pozione contro la violenza, tutte le forme di violenza, nei confronti delle donne”.

“È stato un discorso diretto e particolarmente efficace con un richiamo concreto ai problemi degli italiani, un invito alla speranza per il futuro ed un impegno costante per l’ottenimento della pace”. Commenta così il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau il discorso del Capo dello Stato, seguito in diretta tv questa mattina da Cagliari nel suo ufficio in via Roma. “Le parole del presidente della Repubblica – prosegue Ganau – infondono sicurezza e speranza, in particolare per il richiamo oggi particolarmente attuale ai nostri valori costituzionali”. Per il presidente Ganau merita un’attenzione particolare il passaggio del discorso del Capo dello Stato relativo al senso di responsabilità di tutti in un momento così delicato per il Paese. “Ho apprezzato infine l’indicazione data – prosegue Ganau – sui diritti ancora da acquisire e in particolare su quelli oggi indispensabili quali quelli del lavoro, della scuola e della formazione, e uno su tutti che mi ha particolarmente colpito, quello alla pace con un riferimento preciso a ciò che il nostro Paese ha vissuto con “ la Resistenza e il sacrificio di tanti che settant’anni fa liberarono l’Italia dal nazifascismo”.

“Un Presidente dalla grande forza tranquilla. Di grande cultura ed esperienza politica, ma ben ancorato alla realtà quotidiana che per molti italiani è segnata dalla crisi economica e dalla disoccupazione”, commenta il sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu.  “Queste le mie prime impressioni dopo aver assistito con emozione ed orgoglio alla proclamazione di Sergio Mattarella quale 12° presidente della nostra Repubblica. Un uomo da tanti anni al servizio dello Stato – prosegue l’esponente Pd – eppure unanimemente percepito come un volto nuovo, capace di rappresentare tutti gli Italiani, un compito questo particolarmente arduo in un periodo in cui lo scollamento tra Politica e Società civile sembrerebbe quasi irrecuperabile. Il suo è stato un discorso capace di tracciare un quadro esauriente di quello che il nostro Paese, noi governanti in primis, possiamo e dobbiamo fare per ritrovare un benessere economico ed una pacificazione sociale che per tanti anni ci hanno reso una delle Nazioni più prospere al mondo. Umiltà, determinazione ed idee chiare. Caratteristiche che a me, cittadina e politica fieramente laica, hanno ricordato un altro grande personaggio – conclude Barracciu – che in soli due anni scarsi ha saputo ridurre la distanza tra un’istituzione come la Chiesa ed il suo sterminato popolo. Sergio Mattarella come Papa Francesco, ne sono convinta, saprà riportare entusiasmo e speranza agli italiani”.

“C’è la vita di tutti i giorni nelle parole del Presidente Mattarella – commenta invece il segretario di presidenza della Camera Caterina Pes – ci sono i volti dell’Italia del coraggio e della speranza, quelli che ogni giorno incontriamo facendo politica attiva sui territori. È il discorso di un Capo dello Stato che promette la massima attenzione ai cittadini italiani e ai loro problemi, ma anche alle loro speranze, partendo dalle cose quotidiane, dalla garanzia del diritto allo studio, al rispetto per l’ambiente e per il paesaggio, sino alla lotta alle discriminazioni nei confronti delle donne. Un corredo valoriale che si ispira ai dettami della Costituzione quale guida di un popolo che, usando le parole di Mattarella, vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Continuerò a lavorare ogni giorno con queste parole nella mente”.

L’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci invece lancia un appello a Mattarella. “Tra i giudici costituzionali che emisero la sentenza che sancì l’illegittimità delle riserve erariali poste a carico della Sardegna dallo Stato centrale c’era anche l’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Poiché, nonostante la sentenza, lo Stato continua a imporre le riserve, auspichiamo che il presidente della Repubblica Mattarella sia coerente con il giudice Mattarella e in futuro si rifiuti di firmare, rispedendoli al mittente, eventuali provvedimenti che dovessero prevedere ulteriori riserve. Con buona pace della Giunta Pigliaru, secondo la quale dovremmo ringraziare il Governo Renzi per le sue finte concessioni – osserva Cappellacci – quelli sono soldi dei sardi. Speriamo che ora il nuovo presidente eserciti il suo ruolo di garante della Costituzione e, per quanto ci riguarda, anche dello Statuto. Se ci diede ragione tre anni fa, non potrà certo darci torto oggi”.

“​L’autentico riconoscimento di autorevolezza rispetto alla storia e al percorso politico rappresentato dal Presidente della Repubblica Mattarella, non ci esime tuttavia dal riporre nei suoi confronti una forte attesa di risposte e di riferibilità istituzionale rispetto ai problemi e alle urgenze che attraversano la Sardegna”. Lo scrive Salvatore Cicu, che aggiunge: “Auspichiamo, dunque, che il nuovo Presidente della Repubblica non si dimentichi dei temi più importanti della nostra Isola, soprattutto in riferimento alla tutela dell’Autonomia e della Specialità della nostra Regione, e non meno, in merito alla drammatica piaga della mancanza del lavoro che ha messo in ginocchio intere comunità. Sollecitiamo Mattarella ad una rappresentanza incisiva, non solo formale. Da uomo del Sud ci attendiamo quindi che possa essere vicino e presente rispetto alle tante vertenze che caratterizzano la Sardegna, riscrivendo quel rapporto non sempre facile fra Stato e Regione, e dedicando una sensibile attenzione al grande tema dell’insularità. Oggi, la Sardegna, chiede cambiamento e concretezza. Mattarella sia vero garante di questa richiesta, costruendo coesione e sollecitando crescita e sviluppo”.

“Come garante della Costituzione, auspichiamo che il Presidente della Repubblica sia oggi anche un difensore delle Autonomie dalle pulsioni neo-centraliste che caratterizzano l’attuale Governo nazionale”, così Pietro Pittalis (Fi), uno dei tre grandi elettori della Sardegna, commenta l’intervento del Capo dello Stato. “Condividiamo – osserva Pittalis – la sottolineatura su un’agenda politica che deve mettere al primo posto la lotta alla povertà e le azioni per il lavoro. Così come non può restare inascoltato il richiamo alla necessità che al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita. Per affrontare la sfida di una crisi che non è solo economica e per avviare una stagione di autentiche riforme, giustamente rappresentate come un’urgenza per rinforzare la democrazia, occorre una rinnovata coesione sociale, che passa attraverso una riscoperta del ruolo dei territori, la cui dignità viene spesso calpestata. Nel suo precedente ruolo di giudice costituzionale il Presidente ha avuto modo di esaminare alcune situazioni che vedono contrapposti lo Stato centrale e la Regione Sardegna, come ad esempio quelle riguardanti in materia erariale. Il nostro auspicio è che dedichi particolare impegno alla Questione sarda, che è la vera opera incompiuta dopo oltre 150 anni di Unità nazionale”.

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