Maninchedda: “Non stiamo aspettando il Pd, noi siamo per la rivolta fiscale”

“Non stiamo aspettando il Pd che propone il centrosinistra come orizzonte politico e culturale, un orizzonte più piccolo e diverso dal nostro, e che non ci interessa”. Così sul suo blog, ‘Sardegna e Libertà’, il segretario del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda (nella foto). Mentre proseguono le manovre dei democratici in vista delle Regionali di febbraio con l’obiettivo di costruire una coalizione che sia la più ampia possibile, quella di Maninchedda ha l’aria di una chiusura. “Abbiamo contatti frequenti con i Riformatori sardi, la cui piattaforma sull’insularità è compatibile con la nostra idea di una vasta alleanza intorno ai temi strategici della Sardegna”, spiega. Non solo: “Abbiamo una relazione ormai stretta con +Europa di Emma Bonino, abbiamo riaperto il dialogo con i RossoMori, partecipiamo con numeri rilevanti alla rete degli amministratori indipendentisti della Sardegna, abbiamo relazioni frequenti con Forza Italia e abbiamo incontrato ripetutamente il Psd’Az“.

Il pezzo di Maninchedda continua così: “Abbiamo una frequenza intensa con i socialisti”. Non è un caso che mercoledì 29 a Cagliari, il leader degli indipendentisti vedrà il segretario regionale del Psi, Gianfranco Lecca. “Una riunione – scrive in una nota lo stesso Lecca – finalizzata all’approfondimento di una serie di convergenze politico programmatiche già emerse nell’assemblea regionale socialista del 2 luglio”. Il Pds quindi sta tessendo la sua ‘trama’ con le forze politiche, ma guarda soprattutto alla società civile: un mondo, argomenta Maninchedda nel suo post, “che non si riconosce in un partito ma che capisce che per cambiare la qualità della vita in Sardegna occorre unire i sardi oltre ogni steccato. Lavoriamo ad unire in una rivoluzione civile, seria, profonda e bene organizzata”. Il primo passo, indica il leader del Pds, “è la rivolta fiscale che stiamo preparando: non è possibile che in Sardegna, con 18mila euro di Pil pro capite, si abbia la stessa pressione fiscale della Lombardia che ha 34mila euro di Pil. Intorno a questa oppressione non c’è né sinistra né destra, ma la necessità di alzare schiena e testa e di lottare per la giustizia e la libertà”.

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