Pierfranco Devias, il candidato alla presidenza della Regione con il Fronte indipendentista unidu (Fiu), lascia il movimento che era nato lo scorso autunno per unire la galassia del nazionalismo sardo. Devias, che il 16 febbraio ha raccolto 7.626 voti (contro i 4.772 della lista, incassando un indubbio successo personale), scarica il Fiu “perché non è riuscito a trasformarsi in fronte”. E allora restare “penso non sia utile per gli interessi della nostra nazione”.
L’addio di Devias è una pagina di comunicato in cui l’ex candidato alle Regionali annuncia la nascita di un nuovo movimento. “Preferisco – si legge – dare tutto il mio impegno alla costruzione di un grande partito della sinistra indipendentista, come il Partidu de sos traballadores sardos”.
Quando e come prenderà forma, ancora non si sa. Ma Devias, che rimane comunque un militante di A manca pro s’indipendentzia, traccia l’orizzonte del prossimo impegno. “Come tutti sanno, la composizione organizzativa del Fiu è fatta per la quasi totalità da militanti di sinistra. Per questo mi sono domandato: è giusto far finta di appartenere a un fronte che fa credere di unire tutto l’indipendentismo, quando raccoglie invece solo un’area ideologica?”. Quindi la sottolineatura: “Sono convinto, come altri, che dire la verità sia un atto rivoluzionario. Perciò, appare assurdo portare avanti un progetto che è solo un raggruppamento assembleare”.
La speranza di Devias è che nel Partidu de los traballadores decidano di approdare “tanti compagni con cui ho lavorato all’interno del Fiu”. Nulla, comunque, è rinnegato. “Il Fronte è stato utile, ha permesso di salvare l’indipendentismo nel momento in cui da più parti si era palesato il tentativo di consegnarlo alla resa. Migliaia di sardi hanno dimostrato in maniera inequivocabile che vogliono proseguire la lotta, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Adesso, però, questo cammino ha bisogno di proseguire su strade sicure e credo che il Fiu non è più in grado di poterle costruire”.
Il ramoscello di ulivo è teso. “L’importante – chiude Devias – è restare aperti e disponibili a tutte quelle proposte e quei progetti che abbiano come finalità l’unità d’azione dell’indipendentismo, basandosi su rapporti di rappresentanza democratica. Se il Fronte non è cresciuto, pazienza: ma non è morta la lotta, che va comunque avanti. Certamente un giorno, quando i tempi saranno magari più maturi di oggi, nascerà qualche altra struttura capace veramente di unirci tutti. Nel frattempo lavorerò anche io per iniziare questo cammino”.
Al. Car.
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