Legge elettorale, energia e burocrazia: corsa a ostacoli del nuovo Consiglio

Legge elettorale, industria, autonomia, urbanistica, energia ed enti locali. Il paniere del Consiglio regionale si arricchisce di temi e obiettivi che maggioranza e opposizione trattano durante il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione, Christian Solinas. Si tratta di princìpi, ma è innegabile che, mantenendo questa tabella di marcia, questi cinque anni di legislatura dovrebbero essere a tappe forzate. Sulla legge elettorale sia esponenti della maggioranza che dell’opposizione hanno evidenziato l’inefficacia di un testo che non solo ha reso difficoltosi i calcoli e la proclamazione degli eletti, ma anche penalizzato alcuni territori che si ritrovano con meno rappresentanti di quanti la legge prevede. Lo ha fatto Michele Ennas, consigliere regionale della Lega, eletto nel Sulcis, collegio che si ritrova ad avere due eletti rispetto ai quattro previsti.

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Lo ha fatto la consigliera dei Progressisti, Maria Laura Orrù, che ha parlato di “legge debole, inadeguata e pensata per escludere alcune forze politiche. Sulle regole del voto sono stati critici anche i consiglieri del Movimento 5 stelle, soprattutto per l’esclusione del terzo candidato presidente (è il caso del pentastellato, Francesco Desogus) dall’assemblea. Ma se sulla legge elettorale sono tutti d’accordo, almeno nell’intento di modificarla, la sostanza cambia notevolmente quando si affrontano tematiche più specifiche del programma del governo Solinas.

Il copione è pressappoco lo stesso: l’opposizione attacca e la maggioranza fa quadrato attorno al presidente, difendendo princìpi, idee e soprattutto metodo. Affondare il colpo sui tempi troppo lunghi per chiudere il capitolo legato alla Giunta è una cosa fin troppo semplice per l’opposizione, che alza i toni anche sulle idee che Solinas ha elencato davanti all’Assemblea. Il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Meloni, non ha visto “elementi di novità, pur all’interno di un discorso apprezzabile sulla collaborazione”. Il collega, Cesare Moriconi, ha parlato di “idea molto vaga” e suggerito di “non esitare su alcune grandi scelte come quella del metano che si tratta di una materia prima di enorme importanza per la Sardegna”.

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Il centrodestra conferma di aver sposato completamente la linea del governatore, tanto che il consigliere regionale della Lega, Ignazio Manca, ha detto: “Le critiche sinora sentite verso le dichiarazioni del presidente Solinas sono tutte strumentali”. Manca ha poi rilanciato su “meno burocrazia, meno tasse e più accesso al credito”, puntando a una Sardegna “unita e coesa che non lasci da parte zone importanti come il nord-ovest, dove vivono 360mila abitanti”. Il sardista, Giovanni Satta, ha sottolineato di aver sposato il progetto di Solinas perché “ la chiave di volta è la sardità insieme a un rapporto diverso con lo Stato”. Significa, dunque, affrontare una “nuova vertenza delle entrate e applicare l’articolo otto dello Statuto”. Infine è Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, a benedire il metodo del governatore che ha il merito di “aver compiuto un gesto rivoluzionario: aver riportato la politica nell’aula del Consiglio regionale”.

Matteo Sau

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