Ormai non c’è più trippa per gatti tra Lega e Psd’Az. Il partito di Matteo Salvini ha esaurito la pazienza con Christian Solinas. È da almeno un anno e mezzo che il sodalizio politico è concluso ma adesso soprattutto dal Carroccio non fanno nulla per nasconderlo. Al capo della Giunta sarda non va meglio nel suo partito, dove il presidente Antonio Moro, dopo la promessa (vana) di un assessorato qualche mese fa, è tornato su posizioni critiche verso l’azione politica in Regione.
Che Salvini non stimasse più il governatore si è capito ufficialmente lo scorso dicembre, quando il capo nazionale della Lega e adesso ministro non ha partecipato alle nozze di Solinas. Lo scorso settembre, in occasione della campagna elettorale per le Politiche, il presidente sardista ha provato a ricucire partecipando all’evento di Pontida, dove dal palco ha addirittura gridato “noi crediamo solo in Salvini“. Troppo tardi.
E adesso che Alessandra Zedda si è dimessa da assessora al Lavoro, lasciando scoperta la terza casella della Giunta dopo i Trasporti e l’Ambiente, dalla Lega non hanno perso occasione per dire al presidente della Regione che non conta nulla. È stato il capogruppo Pierluigi Saiu a parlare di Esecutivo “delegittimato”. Anche perché è da prima delle Politiche che il Carroccio ha chiesto a Solinas di nominare il nuovo assessore ai Trasporti, dopo le dimissioni di Giorgio Todde, la camicia verde dell’Ogliastra entrata in rotta di collisione con i vertici nazionali della Lega. Solinas a quell’orecchio non ha voluto sentire. E ha lasciato a terra lo stesso Saiu, designato dal partito a succedere a Todde.
La debolezza di Solinas è un vantaggio per il Carroccio che solo un mese fa rischiava di perdere il terzo assessorato, probabilmente proprio i Trasporti, perché Solinas stava cercando di fare posto all’amico ortopedico, Carlo Doria, non rieletto in Senato. Ma adesso con le dimissioni della Zedda e la terza casella vuota, il governatore è in seria difficoltà, anche perché non ha più Giorgio Oppi che gli parava i colpi e in qualche modo garantiva la tenuta del centrodestra.
Sul fronte interno al Psd’Az non va meglio. Mesi fa, con l’esca di un assessorato da concedere, Solinas si era avvicinato al presidente Antonio Moro, ‘punito’ anche a inizio legislatura, quando il governatore gli aveva preferito Quirico Sanna, ancora titolare dell’Urbanistica e degli Enti locali. Invece Solinas si è di nuovo dimenticato di Moro che proprio l’altro giorno non ha nascosto il proprio malumore.
Non va meglio tra Solinas e Franco Mula, il capogruppo dei Quattro Mori in Consiglio regionale. Mula in questi anni ha salvato Solinas in ogni occasione. Ma il governatore, a ben vedere, non lo ha ‘ripagato’ della fedeltà. Nel Psd’Az è come se si stessero preparando a scendere dal cavallo del vincitore Solinas che ha ormai eroso quel patrimonio dei consensi che nel 2019 gli fece raccogliere il 57 per cento di preferenze. Tutto sfumato. Oggi Solinas è un uomo solo e nemmeno più saldamente al comando, sebbene non convenga a nessuno interrompere adesso la legislatura. Nel centrodestra sarà una Via Crucis da qui a febbraio del 2024.